Valentina Porcedda: noi imprenditori rischiamo di non ripartire più

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Valentina Porcedda

Sono tantissime le persone in difficoltà in questo momento targato COVID-19: lavoratori ma anche imprenditori.

Valentina Porcedda, classe ’72, ex indossatrice e modella, è sicuramente tra questi.

Dopo aver chiuso la sua carriera nel mondo della moda nel 2001, incinta della sua prima figlia,  ha sentito la voglia di affermarsi nel mondo imprenditoriale per assicurare alla famiglia, che nel frattempo si è allargata, certezze e tranquillità economica.

Decide così di costituire assieme al marito Fabrizio, un’azienda familiare di trasporto per il turismo, ideando delle linee turistiche comunali per far conoscere la Cagliari e non solo.

Hanno investito tutte le risorse economiche con sacrificio e impegno potenziando e aggiornando le apparecchiature di multilingua sui bus destinati al settore crocieristico.

Dal 2011 tutto scorre liscio con grandi appagamenti per gli sforzi fatti e senza ricevere mai nessun aiuto né regionale né comunale.  Solo ed esclusivamente con il proprio lavoro.

Valentina e Fabrizio lavorano stagionalmente per cui il loro periodo lavorativo si è chiuso a novembre del 2019 con l’ultimo attracco crocieristico. Sarebbe dovuta riprendere il  31 marzo con il primo arrivo delle crociere.

E invece no. Sono bloccati totalmente. Il loro supporto è stato solo di 600 euro: “Sono nulli – spiega Valentina – poiché il giorno prima di riceverli ho dovuto saldare alcune bollette dall’importo superiore”.

Ora Valentina è disperata,  lancia un appello e chiede di trovare una soluzione per tutte le imprese che operano nel suo settore per una ripresa dignitosa. Per non cadere nel baratro.

Valentina Porcedda

Valentina e suo marito

Valentina innanzitutto come state?

Siamo solo pensierosi, per il resto va. Deve andare per forza anche se il turismo è morto in un’ isola che va avanti solo di turismo.

Quando pensi di iniziare a lavorare?

Non appena sarà consentito il traffico crocieristico sperando che all’interno ci siano passeggeri e che abbiano soldi da spendere per fare le escursioni.

Il Coronavirus ha messo a ko l’economia e soprattutto il turismo. Secondo te le decisione prese dal Governo nazionale e regionale sono stata sbagliate?

A fronte di un’emergenza sanitaria ci si deve affidare sempre ad esperti. Ma la politica, in base alle decisioni di questi ultimi, ne dovrebbe prendere altrettante per non creare danni a tutte le imprese che hanno investito in tutti questi anni.

Come?

Semplicemente non deve chiedere alle imprese di addossarsi altri debiti, ma concedendo finanziamenti a fondo perduto e annullando le tasse e non sospendendole come hanno fatto. Perché così sarebbe un’ulteriore debito aziendale.

Fino a quando vi hanno concesso di bloccare tutti gli impegni economici aziendali?

Finora a giugno. Come si può però pretendere che un’azienda che lavori col turismo possa riprendere a pagare a giugno quando ancora non ha mai lavorato? Dovrebbero differenziare per settore questo tipo di richieste.

Quindi sei d’accordo che il Presidente Solinas stia pensando a una riapertura di porti e aeroporti , nonostante la Sardegna sia ancora a rischio di contagio?

Io penso che a livello nazionale e anche a livello regionale ci si debba affidare al parere di persone esperte e non di politici. Riaprire è giusto, ma con le dovute precauzioni per una ripartenza sicura senza cadere in un nuovo lockdown.

Come vuoi chiudere questa intervista

Con la speranza che ognuno di noi agisca per un fine comune e un liberi tutti definitivo. Io sono molto positiva. Se nel mio settore ora non potrò impegnarmi mi farò venire in mente di sicuro qualcos’altro da fare.

Con il sorriso e la grinta di sempre.

 

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