Una Sarda in Giro: Intervista a Nadja Fronteddu

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Nadja Fronteddu

Quante volte vi è capitato di sognare di lasciare tutto ed espatriare? Bè a me qualche volta sì, devo essere sincera, ma non ho mai avuto il coraggio.

In compenso c’è chi invece lo fa di “professione” come Nadja Fronteddu, sarda di nascita ma cittadina del mondo di fatto.

È lei la protagonista di questa nuova FrackIntervista, da tre anni ormai vive in Australia ed è da lì che ha risposto alle mie domande:

Un blog, un libro, una famiglia, l’Australia! Chi è Nadja?

Sarda, in giro per il mondo da così tanto, che ho vissuto più all’estero che in Italia, ma con il cuore sempre nella mia isola.
Sono una expat seriale! Ho vissuto in sette paesi, diverse città e non conto più il numero di traslochi fatti.
Mi sono laureata in ingegneria e sono partita subito a lavorare all’estero con una impresa di costruzioni italiana, e da li è cominciata la mia (nostra) avventura!
Ho lavorato tra cantieri e uffici con un lavoro che amavo e coltivando passioni.
In Perù ad esempio ho studiato per diventare Sommelier e qui in Australia ho aperto un canale podcast (Vita da Expat) con i miei amici Manuela e Vincenzo.
Nadja Fronteddu

Nadja Fronteddu

Ho aperto il mio blog al terzo espatrio, una volta arrivata in Arabia Saudita. C’erano così poche notizie su quel paese che volevo contribuire a farlo conoscere e aiutare altri italiani che sarebbero potuti venire lì. In quel periodo i blog di espatriati non erano tantissimi, ci si conosceva più o meno tutti. In questo modo sono entrata a far parte  di “Amiche di Fuso“, blog appena nato dall’unione di varie donne sparse per il mondo che raccontano la vera vita lontano da casa. Viaggio ormai da 20 anni con mio marito e nel frattempo abbiamo avuto due figli che girano il mondo da appena nati, dei piccoli (ormai nemmeno troppo) globe trotters!

Sei una Sarda dichiarata, cosa c’è in te della nostra Terra?

Che sono sarda è una delle prime cose che dico di me. Si sente anche dal mio accento e mi piace sottolineare la mia provenienza.
Sono davvero orgogliosa delle mie radici, e cerco di trasmettere l’amore per la mia terra anche ai miei figli e a chiunque ci stia intorno. Con la lingua, la cucina, le tradizioni. Non è facile vivendo in giro per il mondo tenere tutte queste cose, ma facciamo del nostro meglio!
I miei figli sanno da dove vengono, dove potremo tornare, dove sono le loro radici. Sono orgogliosa e testarda, amo il mare, sono sincera e do tutta me stessa alla famiglia e agli amici.
Credo sia questo che ho in me della mia terra.
Nadja Fronteddu

Nadja Fronteddu

Come mai hai scelto di vivere in Australia?

L’Australia non l’ho scelta, è capitata! Lavorando per un’impresa di costruzioni, vieni rilocata in base ai lavori da fare e quando ci è stata proposta l’Australia non ci abbiamo pensato due volte.
Siamo qui da quasi tre anni ormai, con una pandemia di mezzo. Non è un paese semplice da vivere nonostante sia considerato una delle mete migliori per espatriare. Ha i suoi pro e contro, come tutti i paesi dove abbiamo vissuto. E’ lontana, tanto. Con due anni di confini chiusi lo è sembrata ancora di più.
Sono successe tante cose in questi anni e non poter tornare a casa è stato davvero dura. Ma l’Australia ha tanto da offrire e finché starò qui cercherò di goderne a pieno!

Come sono stati questi ultimi due anni per te?

Lunghissimi! Qui in Australia all’inizio della pandemia non ci siamo accorti praticamente di niente. I confini sono stati chiusi immediatamente e il virus non è arrivato.
Mentre in Europa e nel resto del mondo succedeva il disastro, qui si viveva “sereni” e in libertà , con giusto qualche accorgimento che prendevamo noi sentendo appunto le notizie dal di fuori. Ma è durato poco.
Con i primi spostamenti ovviamente è arrivato anche qui e abbiamo fatto dei lockdown lunghissimi e una DaD durata quasi 6 mesi di seguito.
Melbourne, per dire, è stata la città con il lockdown più lungo del mondo! Certo, gli spazi sono più grandi quindi potevamo uscire, cosa non scontata, ma la paura di essere in un paese non tuo, nuovo per noi appena arrivati e di cui sapevamo poco è stata tanta. Ma è andata bene in fondo. Siamo stati bene e questo è l’importante. Come detto prima però, non poter tornare a casa con tutto quello che stava succedendo è stata la parte più difficile.
Nadja Fronteddu

Nadja Fronteddu

Hai scritto un libro, puoi raccontarci di più?

Con le Amiche di Fuso, gruppo di donne expat in giro per il mondo, non scriviamo solo un magazine per espatriati. Siamo proprio amiche ormai. Abbiamo una chat attiva 24h e 7 giorni su 7. Ma veramente!
Copriamo tutti i fusi quindi qualcuna sveglia si trova sempre. All’inizio della pandemia, quando ancora non si capiva cosa stava succedendo, ci confrontavamo sui fatti, notizie e fake news in tempo reale.
Una di noi era proprio in Cina e abbiamo seguito l’evoluzione della pandemia in diretta. Abbiamo avuto storie incredibili, tutte noi.
Dalla perdita di cari senza poterli salutare, a chi si è ammalata, chi ha avuto figli in piena pandemia. Ci è sembrato bello mettere per iscritto il momento in cui abbiamo capito che le nostre vite sarebbero cambiate, da qui il titolo: Quando tutto è cambiato.
Storie di donne, italiane, in giro per il mondo per scelta, per lavoro, per amore e di come si e’ vissuto questo periodo al di fuori dell’Italia. Una bella testimonianza che rimarrà nella nostra storia e spero di chi la leggerà!

Cosa ti aspetti dal futuro?

Non faccio mai piani a lungo termine. Sono fatta così! Vivo giorno per giorno e mi godo il momento.
A breve termine spero di tornare in Sardegna per una vacanza rigenerante, abbracciare amici e famiglia che non vedo da veramente troppo tempo.
Non so dove vivremo, dove vorranno vivere i miei figli. Mi vedo con una valigia in mano ma la mia casetta fronte mare sempre aperta ad accoglierci quando vorremo caricare le batterie!
E mi aspetto un po’ di pace e relax per tutti, direi che ce lo meritiamo tanto!

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