Roberta Patrizia Giannotte e il suo romanzo
È sempre un piacere vedere scalare il vertice delle classifiche dei libri più letti in Italia da una conterranea, lo è ancor di più quando la scrittura non viene considerata un semplice passatempo bensì un modo per dare dei messaggi forti come la volontà di riscattarsi da una vita che non è quella che si desiderava, la determinazione nel realizzare i propri sogni, la voglia di lottare nonostante i tanti marchi posti dai pregiudizi sociali.
Di chi parlo? Di Roberta Patrizia Giannotte, scrittrice e avvocatessa cagliaritana classe 1986 e del suo romanzo d’esordio La finestra al sole (Edizioni LaZattera) che nelle sue trecento pagine offre infiniti spunti di riflessione a noi lettori.
Come mai un avvocato decide di scrivere e pubblicare un libro?
Lo scrivere e il mestiere da avvocato sono andati parallelamente. Scrivo da sempre ma una volta finito ogni romanzo, lo mettevo in un cassetto. Pur credendo di aver fatto qualcosa di buono, non facevo mai leggere niente a nessuno, non pensavo minimamente che qualcuno alla fine se ne sarebbe potuto interessare.
Nel libro vengono a galla tanti ideali, ma uno spicca in modo particolare: la libertà di essere sé stessi, di non vergognarsi mai. Che cos’è per Roberta Patrizia Giannotte la libertà e cosa invece la prigionia?
È la possibilità di esprimersi in tutto e per tutto in quello che si è. Per me è fare il mestiere che mi piace, l’avvocato, ma essere anche e contemporaneamente scrittrice, due ruoli diversissimi ma che con tanta passione riesco a coniugare. La prigionia è invece qualcosa di mentale, l’essere limitati dalla convinzione di non farcela che porta, di conseguenza, a rinunciare ai propri obiettivi e ai propri sogni.
“La finestra al sole” è ricco di personaggi e di personalità talmente diverse da risultare opposte. In quale si ritrova maggiormente?
Prima di iniziare a scrivere convivo con i miei personaggi, nella mia testa sono delle vere e proprie persone. Ognuno di loro rispecchia qualcosa di me ma se proprio devo scegliere direi Bianca Marras: ha degli aspetti che vorrei coltivare, è controcorrente, affronta la vita di petto ma soprattutto ha il coraggio di fare le sue scelte in piena libertà pur essendo consapevole di non piacere a tutti.
Perché proprio questo titolo? Chi è la sua finestra al sole?
Il manoscritto, sin dal principio, portava questo nome e l’editore, a differenza di quanto avviene in molti casi, ha confermato la mia scelta. La finestra è la metafora della persona che ti illumina, facendoti accorgere di ciò che c’è nella tua vita, di che cosa potresti avere guardando fuori. Le mie finestre al sole sono tante: la famiglia, gli amici ma soprattutto mio marito che ha scoperto nel fondo dell’armadio quel manoscritto che io probabilmente non avrei mai portato alla luce.
È stata la prima donna sarda a ricevere il Premio Nazionale Bonifacio VIII, le è stato conferito il titolo di Accademico Onorario dell’ Accademia Bonifaciana di Anagni ed è arrivata al secondo posto nella sezione Letteratura edita del Premio Internazionale Amico Rom-Città di Lanciano. Come si sente e cosa ci riserva per il futuro?
I premi sono importanti perché sono gioie condivise. Una soddisfazione personale ma anche di tutti quei lettori che hanno creduto in me e di coloro che lo sentiranno poi come proprio.
Per quanto riguarda il futuro il nuovo romanzo è in fase di editing, uscirà probabilmente a maggio. Non un continuo del precedente bensì la storia raccontata da un’altra prospettiva.
Un’altra grande protagonista del libro è Cagliari. Perché ha scelto proprio questa città per ambientare il suo romanzo d’esordio?
Nutro per la mia città un amore sconfinato, con i suoi pregi e con i suoi difetti, tant’è vero che la Cagliari che presento nella Finestra al sole è reale, descrivo gli aspetti negativi così come quelli positivi. L’ho scelta perché è una Sardegna poco raccontata; è arrivato il momento di svecchiare quell’immagine della nostra isola che ci veniva data dai romanzi del passato raccontando oggi il suo essere all’avanguardia, la sua realtà cittadina.
Messaggio per i nostri lettori?
Credete nei vostri talenti, tirate fuori i vostri sogni nel cassetto e cercate di realizzarli il prima possibile.
SINOSSI: Piergiorgio Medici è un avvocato cagliaritano che sembra aver avuto tutto dalla vita: una macchina sportiva, un lavoro nel più importante studio penalistico della città, un attico in pieno centro in cui convive con la sua fidanzata Stefania, un ruolo in una cattedra universitaria che, seppur non lo appaghi, è fonte di prestigio. La sua vita scorre senza intoppi fino a quando non viene nominato difensore d’ufficio di Bianca, accusata di furto e sposata con un rom. La storia reale si intreccia con la vicenda “televisiva” del reality show Future Stars, in cui si sfidano venti aspiranti cantanti. Il rappresentante della Sardegna è Dario, un ragazzo irruento e segnato da una tragedia familiare, e anche lui avrà un ruolo determinante nella vita del giovane avvocato
Per me che di aspirazioni ne ho tante, è stato un onore intervistare Roberta, una donna poliedrica che invita tutti a non darsi per vinti, a prendere la propria vita tra le mani e farne un capolavoro.
E voi che aspettate? Correte in libreria a comprare “La finestra al Sole”!
Conosco Roberta, la conosco come Avvocata, la conosco come ragazza. E’ un onore averla conosciuta. Mi fa tanto piacere: ammetto che sapevo già dall’inizio della sua scelta. Bravissima e brillante! Vai avanti Robi