Regionali Sardegna, conosciamo Orietta Mura
Tra polemiche e comizi la campagna elettorale procede.
Noi de La Frack Magazine invece continuiamo a conoscere le candidate donna della nostra Sardegna.
L’ospite di questa intervista è Orietta Mura, sulcitana e docente.
Chi è Orietta Mura?
O: Vivo a Portoscuso e sono sposata con Roberto da 28 anni. Dal nostro matrimonio, sono nate Alice, 26 anni, e Noemi, 25. Ho “costruito” la mia famiglia intrecciando il mio tempo con il lavoro e gli studi che, tuttora, porto avanti con l’intento di conseguire una seconda laurea.
Sono una docente di Scuola Primaria da 30 anni, un lavoro che svolgo con passione e dedizione. Credo infatti che una solida istruzione sia indispensabile per la crescita umana e sociale dei nostri ragazzi.
Porto avanti progetti curricolari ed extracurricolari di vario tipo, tra cui il CLIL per la Lingua Sarda e i PON.
Seguo costantemente corsi di formazione e aggiornamento sia in presenza che online tramite le Piattaforme Indire e Sofia.
Alla famiglia, al lavoro e agli studi, ho legato negli anni le mie attività nelle associazioni di volontariato e nelle associazioni sportive.
Mi sono impegnata come volontaria sin dalle prime edizioni della Manifestazione “Monumenti aperti”, in quanto credo che la cultura e la storia stiano alle basi della società, importante patrimonio per le generazioni future.
Ho ricoperto vari ruoli nel direttivo di una società sportiva portoscusese come anche nella ProLoco di Carbonia, di cui sono stata per diversi anni tesoriere.
Appoggio qualsiasi attività portasse bene al mio territorio, sia a livello locale sia a livello provinciale e regionale.
Ho poi scelto di mettermi al servizio della mia comunità ricoprendo prima l’incarico di Consigliere delegato alla Cultura, Pubblica Istruzione e Beni culturali, per 5 anni (dal 2012 al 2017), e poi l’incarico di Assessore con deleghe ai Servizi Socio Assistenziali e alla Pubblica Istruzione dal 2017 ad oggi.
Perché hai scelto di candidarti?
O: Il mio impegno sociale è iniziato a 16 anni dopo aver compreso, grazie agli studi, prima, e al lavoro poi, il significato della parola democrazia, “governo del popolo”.
Mi sono esposta, come docente, come mamma, come donna e come lavoratrice affinché ci fosse un rinnovamento positivo in tutti i settori e per tutte le classi sociali.
Ho vissuto, in questi anni, il crollo improvviso e inaspettato dell’economia, la perdita del posto di lavoro per troppi padri e madri di famiglia, la difficoltà nell’arrivare alla fine mese.
Sostengo che sacrificio, impegno, determinazione e coraggio permettano di raggiungere anche i più ambiziosi progetti.
Quando, perciò, mi è stato proposto di collaborare alla costruzione di un progetto condiviso con il gruppo di Fratelli d’Italia, ho deciso di accettare. Una scelta, non frettolosa o superficiale, bensì ragionata e supportata dalla mia famiglia e dai miei più sinceri amici.
Ho quindi scelto, ancora una volta, di essere madre, docente, donna, lavoratrice, ma in un concetto più ampio;
esponendomi in prima persona e mettendomi al servizio del popolo per dare voce a chi non crede più alle favole e ai “piatti di lenticchie”.
Ho scelto di farlo per il bene del nostro territorio, troppe volte deriso, derubato, dimenticato, troppe volte sulla bocca di persone che poco lo conoscono e l’hanno vissuto; con i suoi vantaggi, ma soprattutto con i suoi svantaggi e i suoi limiti.
A cosa daresti priorità nel caso venissi eletta?
O: Sono tante le tematiche da affrontare, ma sicuramente bisogna partire dall’ascolto. Qualsiasi decisione deve tener conto delle reali necessità di tutti i cittadini.
Il territorio grida a gran voce e non può essere più ignorato.
L’attenzione alla famiglia, alle sue esigenze, al suo futuro, deve essere centrale.
A partire dalla formazione sin dalla più tenera età. I ragazzi e le ragazze devono poter aprire le loro menti e divenire capaci di esprimere liberamente i loro pensieri, senza dogmi di alcun genere.
Bisogna investire in tutti i gradi dell’Istruzione, al fine di evitare la dispersione scolastica e consentire a tutti gli studenti di raggiungere adeguati livelli di preparazione che consentano loro di realizzarsi nella società.
Occorre puntare alla creazione di centri specializzati per la Ricerca Internazionale così da permettere ai tanti cervelli sardi di ritornare a casa.
E’ necessario abolire la ASL unica e ripristinare le eccellenze ospedaliere; garantire la riduzione delle liste di attesa e riconoscere il pieno diritto alla Salute.
Si deve poi combattere per ottenere fiscalità di vantaggio e far sì che la Sardegna diventi polo di attrazione per le imprese affinché investano e creino posti di lavoro.