Regionali Sardegna, Conosciamo Micaela Caboni
Non mi meraviglia affatto che le Donne che ho avuto il piacere di intervistare per queste elezioni regionali siano così preparate, impegnate e con tanti nuovi progetti.
E’ davvero una bella carica positiva per tutt* noi.
Conosciamo meglio anche Micaela Caboni, amministratrice nel comune di Sarroch e innamoratissima della nostra Terra.
Chi è Micaela Caboni?
M: Una donna, mamma, moglie, figlia, amica, sorella, nonché amministratore comunale del comune di Sarroch.
Nutro la passione per la politica fin dalla gioventù, dove nei circoli si animavano le discussioni giovanili, quando ancora si credeva nei valori veri, quei valori veri che oggi vorrei ritrovare nei nostri giovani.
Amo la vita, la Sardegna in ogni suo dettaglio, amo la lettura e ho una grande passione per i cavalli, che condivido in modo meraviglioso con mio figlio.
Amo stare tra la gente, ascoltare, parlare, confrontarmi, tradizioni sarde, amo il nostro abito in tutti i suoi meravigliosi modelli e colori.
Non amo stare ferma ad aspettare che qualcosa succeda, ma faccio si che quella cosa accada.
Perché hai scelto di candidarti?
M: Ho deciso di accettare questa sfida dopo una lunga e profonda riflessione, caratterizzata anche dal confronto con amici, conoscenti e persone a me vicine, fino a trovare la vera motivazione guardando mio figlio.
È a lui che ho pensato non solo perché ha vissuto questa mia fase di riflessione direttamente fino a scrivermi una lettera di incoraggiamento, ma sopratutto perché guardandolo ho pensato cosa sto facendo io e cosa sta facendo la nostra società per lui e per la sua generazione.
La generazione che per la prima volta nella storia recente del paese rischia di essere più povera e con meno opportunità di quella che l’ha preceduta.
Questa è la principale motivazione, non ho la presunzione di cambiare il mondo, ma mi sento di poter dare mio contributo.
Ve ne sono altre!
Ad esempio ho pensato al tema delle donne e, valutando positivamente il fatto che ci siano tante candidate, auspico che non siano candidature di facciata ma figlie di un nuovo corso.
Pensando anche che domani potremmo essere alleate nelle battaglie per la nostra terra.
La nostra terra appunto, l’altro tema centrale.
Credo che la Sardegna non sia stata fino ad oggi veramente valorizzata, nonostante le sue potenzialità sia sulle coste che nella zona montana;
bisogna incentivare il turismo in tutto l’arco dell’anno.
Va risolta la condizione infrastrutturale nella mia zona, pensiamo al dramma della SS 195, che sicuramente va completata quanto prima, ma dobbiamo pensare anche ad un nuovo modello di mobilità.
Siamo alle porte della città, dentro in parte la città metropolitana, a 2 passi da porto e aeroporto, tutti elementi che possono renderci competitivi e appetibili dal punto di vista dello sviluppo ma è impensabile che in orario di punta occorrano ore per raggiungere la città o che per eventi atmosferici straordinari si rischi e in alcuni casi si sia arrivati all’isolamento.
Penso quindi che sia necessaria una linea di metropolitana leggera che colleghi la città con i luoghi di interesse fino a Teulada, oggi considerata periferia della provincia, che consentirebbe a tutti di arrivare nel nostro territorio in tempi brevi ed in sicurezza, e cosa da non trascurare in modo ambientalmente sostenibile.
Le principali città d’Europa hanno sperimentato in modo vincente il modello;
su questi mezzi incontriamo i lavoratori dei poli industriali insieme agli studenti che si recano in città;
i cittadini che trovano i servizi nel capoluogo con i turisti che potrebbero visitarci ammirando le bellezze naturali che caratterizzano tutta la Costa.
Questo è ciò che immagino e che oggi dovremmo iniziare a programmare per i nostri figli per lasciare loro una Sardegna possibilmente migliore di come è stata lasciata a noi.
Queste tematiche, che necessitano del coinvolgimento di tutti i soggetti, a partire dagli amministratori locali, che spero di vedere seduti insieme attorno ad un tavolo a discutere insieme del futuro.
Insieme ai soggetti del terzo settore, volontariato (così presente ma così trascurato), i soggetti della produzioni e le rappresentanze sociali, tutti insieme a progettare il futuro che potrebbe vedere questo territorio piattaforma sperimentale di progetti che si potranno poi riproporre in tutta l’isola.
Per i nostri figli.
A cosa daresti priorità nel caso venissi eletta?
M: Se verrò eletta mi piacerebbe che ogni cittadino potesse godere dei servizi essenziali alla persona senza doversi allontanare dalla propria zona, attraverso il decentramento di strutture nelle zone periferiche della regione.
Mi piacerebbe riuscire a sbloccare tutte le infrastrutture che fanno del nostro territorio un eterno cantiere aperto (per citarne alcuni, la strada, la diga di Monti Nieddu).
Mi piacerebbe che ci fosse più sensibilità nelle scuole e più aiuti agli insegnanti e alle famiglie. E sarebbe bello essere un punto di riferimento per chi ha problemi, ma anche per chi ha soluzioni.
Se verrò eletta, sarò qui, tra la gente a far sì che ci sia una qualità migliore della vita nel nostro territorio.