Regionali Sardegna, conosciamo Ilaria Portas

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Ilaria Portas

Ilaria è una vecchia conoscenza di La Frack Magazine, già Vicesindaca di Masainas e Capo Gabinetto dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione e Cultura, è tra le 700 candidate in corsa per un posto in Consiglio Regionale.

Conosciamola meglio, e capiamo il perché ha deciso di scendere in campo e mettersi al servizio della sua Terra!

Chi è Ilaria Portas?

Ilaria PortasI: Ilaria è una donna di 42 anni, laureata in Economia, moglie e madre di due bambine. Questo per sottolineare subito che sono una DONNA che, come tante, è chiamata a gestire ogni giorno un doppio ruolo: familiare e professionale.

Funzionaria della Regione Sardegna e Vicesindaca di Masainas, negli ultimi 5 anni ho lavorato per il Consiglio Regionale e poi, rara presenza femminile, sono stata nominata Capo di Gabinetto dell’assessorato regionale della Pubblica Istruzione e Cultura.

Non è dunque per me inutile ribadire quanto impegno e sacrificio debba mettere quotidianamente per far fronte ai doveri derivanti da ciascuna posizione, ma noi donne abbiamo mille risorse e non ci arrendiamo mai.

Perché hai scelto di Candidarti?

I: “Dalle piccole comunità il futuro della Sardegna”

A Masainas, nel mio Comune di residenza, sono assessora dal 2011. Questa esperienza mi ha insegnato quanto sia importante il rapporto tra Amministratori e cittadini, specie nelle piccole comunità. Ascoltare le necessità, curare e valorizzare la bellezza dei luoghi, fare rete con i Comuni limitrofi: dall’unione dei piccoli centri nasce infatti la forza, la speranza e il futuro della Sardegna.

Con questa consapevolezza mi candido per portare in Regione proprio le istanze e la voce delle comunità più periferiche.

Sono infatti convinta che la candidatura a Presidente della Regione di MASSIMO ZEDDA, giovane e meritevole sindaco di una città complessa come Cagliari, rappresenti per noi Amministratori, e per tutti i cittadini dell’isola, una risposta e una possibilità concreta di essere ben rappresentati e governati.

Ma non solo, il mio ruolo di DONNA all’interno delle istituzioni mi ha fatto capire quanta strada ci sia ancora da fare per ottenere la vera parità: siamo ancora troppo poche e il nostro sforzo a gestire contemporaneamente la vita familiare, lavorativa e politica è purtroppo sempre maggiore di quello degli uomini.

Credo fortemente che sia necessario essere rappresentate in Consiglio Regionale e spero che, almeno con il meccanismo della doppia preferenza di genere, si possano avere numeri maggiori rispetto alle 4 donne su 60 consiglieri di questa legislatura che volge al termine.

A cosa daresti priorità nel caso venissi eletta?

Ilaria PortasI: Tre cosa da fare!

ISTRUZIONE E INNOVAZIONE, LE BASI PER RIPARTIRE

L’istruzione dei cittadini è la base per costruire una società forte e consapevole. Investire su scuola, Università e territorio per aggredire il fenomeno della dispersione scolastica e permettere a tutti di qualificarsi nella società sono tra le mie priorità. 

LA CULTURA COME MOTORE: UNA RICONVERSIONE INTEGRATA AGLI ALTRI SETTORI ECONOMICI

La Sardegna è un museo a cielo aperto. E’ necessario dunque aumentare le risorse destinate alla cultura: questo genera nuovi e qualificati posti di lavoro. Si prendano ad esempio i modelli virtuosi di riconversione industriale in Europa e nel resto del mondo e si lavori a nuove leggi per sostenere il settore dell’arte, della musica, dello spettacolo e del cinema.
Occorre rivitalizzare il settore della cultura come settore economico, senza tralasciare agricoltura, pesca, industria e servizi, ripensati però alla luce di un impatto ambientale sostenibile.

LAVORO E DIGNITA’ SOCIALE, LE PERSONE AL CENTRO

Prendersi cura delle persone significa dare loro dignità: non serve fornire assistenza, ma  garantire lavoro qualificante e servizi che rispondano alle necessità dei cittadini, attraverso uno stretto rapporto con l’Amministrazione.
Il Reddito di Inclusione Sociale, primo esperimento in Italia di strumento di sostegno ispirato alla filosofia dell’emancipazione dell’individuo invece  che a quello dell’assistenzialismo,  ha appunto l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro: perché un uomo o una donna sono davvero liberi quando le istituzioni sono  in grado di fornire loro strumenti che permettano di camminare con le proprie gambe.

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