Regionali Sardegna, Conosciamo Ilaria Lisci

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Ilaria LIsci

Mentre la Campagna Elettorale continua a colpi di leader Politici più o meno famosi;

noi umilmente continuiamo il nostro viaggio di conoscenza delle nostre Candidate Donna.

La nostra intervistata Ilaria Lisci si è concessa al nostro Magazine e ci ha raccontato la sua idea di Sardegna.

Chi è Ilaria Lisci?

Ilaria LisciI: Sono candidata nella lista civica Futuro Comune con Massimo Zedda nel collegio del Medio Campidano che riunisce tanti amministratori locali.

Dal 2016 sono Assessore ai Servizi Sociali, Cultura, Istruzione e Sport nel comune di Genuri, impegnata a ripagare il debito di gratitudine verso il mio paese e le mie origini.  

Nata nel 1976, ho trascorso la mia infanzia e adolescenza a Genuri, piccolo paese ai piedi della Giara, nel cuore della Marmilla.

Mio padre Agostino mi ha trasmesso l’amore per la conoscenza e la curiosità:

da piccola mi faceva scoprire i segreti della scienza come quello di sprigionare l’ozono scatenando una scintilla, partendo dal tubo a raggio catodico dei vecchi televisori, o restando ore ed ore con l’obiettivo aperto e puntato in direzione della luna per riprodurre in foto la scia luminosa tracciata dall’eclissi.

Mia madre Ausilia mi ha trasmesso i valori più importanti: la generosità, la sensibilità e l’attenzione verso il prossimo.

Lo studio ha rappresentato per me uno strumento di libertà e di emancipazione più che un sacrificio:

due lauree, in Filosofia (2002) e in Scienze della Formazione Primaria (2012), tre Master, il più recente in Progettazione Europea, esperienze di formazione all’estero sono l’ossigeno che mi ricarica e il carburante che migliora la qualità del mio lavoro.

Dopo dieci anni di insegnamento nella scuola statale ho scelto di lavorare in carcere, alle dipendenze del Ministero della Giustizia, come Funzionario Giuridico Pedagogico, con il compito di portare l’Educazione fino ai confini più estremi.

Se qualcosa si rompe non va gettato ma riparato.

Le condizioni di vita dentro un carcere e l’attenzione della comunità esterna possono determinare la possibilità o l’impossibilità di ripartire e ricostruire un nuovo patto con la società.

Credo fortemente che lo scopo cui la Società deve tendere sia quello di mettere al centro di tutto l’Educazione e la Persona, valorizzando talenti, puntando a relazioni solidali e favorendo la partecipazione e la coesione sociale.

Perché soltanto la crescita dell’individuo, che è legata alla possibilità di esprimersi pienamente, porta alla crescita della società.

Perché hai scelto di candidarti?

I: Rientro in uno di quei casi atipici di chi intraprende la carriera politica: non sono io a cercare la politica ma è la politica che mi viene a cercare.

Nel primo caso, come Assessore, ho accettato, dopo un’attenta riflessione, l’invito di un mio compaesano a candidarmi alle amministrative.

Oggi  lo ringrazio perché, a oltre metà del mandato, posso dire che questa esperienza mi sta arricchendo tantissimo.

Nel secondo caso ho ricevuto la chiamata diretta di Massimo Zedda- chi l’avrebbe mai detto!- e dopo la sorpresa e il disorientamento iniziale ho scelto di sostenere con tutte le mie energie la persona giusta alla guida dei prossimi cinque anni della Sardegna.

Se è vero che nella vita contano più i fatti delle parole, negli anni ha dato prova concreta di capacità, mantenendo correttezza, rigore, coerenza e umiltà.

Elementi che sono inattaccabili e visibili per qualunque abitante della Sardegna. Anche nella sua campagna politica sa distinguersi: agli slogan triti e ritriti e alle cene politiche preferisce servire in modo versatile e chiaro un programma di 77 pagine, solido, concreto, cucito su misura per la Sardegna.

Instancabile, nei suoi viaggi in lungo e in largo per l’Isola non ha avuto bisogno di farsi accompagnare o di confondersi con i politici di turno.

Le accuse a lui mosse, la principale quella di essere schiavo del PD, certo lo penalizzano, dovendo rispondere di errori compiuti da altri.

Così come fece opposizione al governo Renzi quando era nel SEL, sono certa che, al di là degli schieramenti politici, metterà al primo posto le esigenze dei sardi, senza farsi piegare da logiche estranee al buon senso e al buon governo.

La sua coerenza lo sta già premiando e sono certa che anche fra trent’anni potrà, come oggi, stringere le mani alle persone e guardarle dritte agli occhi e al cuore.

I suoi valori sono i miei, il suo programma è il mio programma.

In questi ultimi giorni di campagna elettorale cercherò di spiegare questo alle persone, guidandole nella scelta del 24 febbraio, invitandole a non rinunciare al potere del voto.

A cosa daresti priorità nel caso venissi eletta?

Ilaria LisciI: Nella mia pagina “Ilaria Lisci. La primavera dei paesi” ho scelto di aprire la mia candidatura richiamando il titolo fortemente evocativo dell’elaborato scritto da Daniela Pisu, vincitrice del concorso indetto dall’Associazione Nino Carrus di Macomer sul tema dello spopolamento.

Nella proposta di Daniela, che ha scelto di vistare Baradili, il paese più piccolo della Sardegna, uno fra quelli a rischio di estinzione, la leva per interrompere il trend inarrestabile della desertificazione umana poggia sulla coesione sociale, sullo spirito identitario e sui legami comunitari.

Questo è il tema fondamentale, la vera questione sarda, al centro di una riflessione pubblica, che riguarda il futuro della Sardegna. E riguarda il futuro di tutti noi.

Se ci animiamo tutti allora la primavera verrà, anche dopo queste piogge eccezionali.

Insieme alla mia squadra di amministratori e alla popolazione di Genuri stiamo cercando di ridare vita ai nostri luoghi.

Non basta però, servono politiche- e persone- che riportino la giusta attenzione a ciò che oggi è purtroppo dimenticato e marginale.

Come fare? Partendo dal ridefinire l’impianto normativo della Regione Sardegna, riportando i servizi essenziali e puntando a forme di democrazia partecipativa.

Occorre ridare ossigeno ai comuni dell’Isola (Su 377 comuni sardi 314 hanno una popolazione inferiore ai 5000 abitanti e circa il 44%  ha meno di 1000 abitanti) favorendo l’istruzione, l’occupazione, il benessere, l’invecchiamento attivo, la mobilità (trasporti pubblici e banda ultra larga);

puntando su prodotti di qualità grazie anche a processi innovativi per rilanciare l’economia, per fare di ogni paese un centro così da rimettere in salute l’intera Sardegna.

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