Regionali Sardegna, Conosciamo Claudia Medda
E’ un viaggio in una Sardegna che non ci siamo mai imposti di conoscere quello che stiamo facendo.
Un viaggio alla scoperta delle Donne, Sarde, con tanta voglia di mettersi in gioco, di dare il loro contributo a questa terra che mai come in questo momento ha bisogno di mettere in campo tutte le risorse possibili, soprattutto quelle indispensabili quali le Donne appunto.
Claudia Medda è una di queste risorse, Cagliaritana, Assessora del Capoluogo e Avvocata, leggiamo di più di lei in questa intervista.
Chi è Claudia Medda?
C: Nata a Cagliari il 13 marzo 1977 da Antonio e Sara, sono cresciuta a Monserrato.
Ho trascorso la mia infanzia all’Oratorio San Giovanni Battista de La Salle, dove sono nate le mie grandi passioni: la pallavolo e la musica.
Sono stata una studentessa lavoratrice fino alla laurea in Giurisprudenza e all’abilitazione alla professione di avvocato.
Quindici anni fa è cominciata la mia esperienza professionale in banca, dove mi sono occupata a lungo di adempimenti societari e finanziamenti alle imprese.
Nel frattempo mi sono trasferita a Cagliari e ho sposato Emanuele, che condivide le mie passioni per i viaggi, il mare, e per Olimpia, la nostra cagnolina.
Dal 2016 sono Assessora al Comune di Cagliari, con deleghe all’Innovazione Tecnologica, Comunicazione Istituzionale, Politiche per il decoro urbano e Protezione Civile.
Perché hai scelto di candidarti?
C: Sono una donna di sinistra che crede nelle istituzioni, nei valori europei e nella Politica come servizio alla propria comunità, penso sia giusto impegnarsi in prima persona, soprattutto in questo momento.
Viviamo un’epoca di dolorosi conflitti sociali, alimentati da politici spregiudicati che hanno a cuore il solo consenso personale.
Vedo un’ombra incombere sulla nostra cultura e sulla nostra civiltà e credo che la mia terra meriti di essere governata da chi la ama, non da chi l’ha sempre disprezzata.
Quando Massimo Zedda mi ha chiesto di correre con lui, insieme a tanti giovani amministratori nella lista civica Futuro Comune, non ho avuto alcun dubbio.
La Sardegna ha grandi possibilità di sviluppo e ha bisogno di un modello di governo nuovo, diverso, ispirato all’esperienza positiva di Cagliari dove abbiamo amministrato con serietà, trasparenza e concretezza.
Vogliamo una Regione aperta al mondo, moderna, veloce, efficiente, che metta al centro le persone, interpretandone i sogni e insieme le loro necessità quotidiane.
A cosa daresti priorità nel caso venissi eletta?
C: La priorità, in assoluto, è creare posti di lavoro.
Per i giovani, per le donne, per chi in questi anni è uscito dal mondo del lavoro per effetto della crisi economica. Occorre investire in infrastrutture e servizi alla persona e insieme accettare la sfida dell’innovazione e del digitale.
È questa la strada per creare nuove competenze e profili professionali oggi difficilmente reperibili, pensando anche a limitare lo spopolamento delle nostre aree interne.
Negli ultimi tre anni per il Comune di Cagliari mi sono occupata di ambiente e ciclo dei rifiuti, di rischio idrogeologico e gestione delle emergenze.
Un’esperienza che mi ha fatto capire quanto sia necessario ripensare la Sardegna nel quadro di uno sviluppo sostenibile.
Tutelare le nostre coste e le biodiversità, bonificare le zone rurali, investire in progetti per la riduzione della produzione dei rifiuti e il recupero della materia utile;
ridurre il ricorso agli inceneritori, limitare il consumo di suolo e investire in prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.
Dobbiamo attrezzarci per gestire il cambiamento climatico con politiche attente e puntuali, condivise con le diverse realtà territoriali. Dobbiamo farlo al più presto, perché la nostra terra ha già dato segnali di sofferenza.
Credo, infine, che la nostra Regione debba puntare sul patrimonio della conoscenza: cultura, saperi, formazione, diritto allo studio, possono e devono diventare un volano di sviluppo.
Dobbiamo valorizzare le professioni culturali e le industrie creative garantendo tempi certi e celeri nell’erogazione dei contributi e limitando la burocrazia.
È qui il nostro futuro, in una terra che sappia tutelare e valorizzare un patrimonio inestimabile di saperi, portandoli nel mondo di oggi e di domani.
Con la fiducia di chi sa di avere un potenziale enorme, ancora per lo più inespresso, con cui la nostra Regione e il nostro Paese possono davvero tornare a crescere.