Niente sangue per bambini e ragazzi talassemici in Sardegna
- “Sono madre di una ragazza con talassemia mayor, lei ha 30 anni, e sono 30 anni che sensibilizzo alla donazione, ma in questo periodo la situazione è critica perché alcuni ragazzi si sono sentiti dire che la trasfusione non si poteva fare a causa della mancanza di sangue. Sono già due volte che dicono a mia figlia ritorna tra un paio di giorni, non abbiamo sangue”. È così che sono venuta a conoscenza dell’emergenza sangue in Sardegna, tramite l’appello di una madre sui social.
“In Sardegna sono necessarie mediamente 110 mila sacche di sangue l’anno, ma riusciamo a raccoglierne solo 80 mila”, spiega Ivano Argiolas, presidente di Thalassa Azione.
Che cos’è la talassemia
Talassemia, anemia mediterranea, microcitemia, malattia di Cooley, Beta talassemia, talassemia mayor, una moltitudine di termini per indicare la stessa malattia del sangue e le sue diverse sfaccettature. Una malattia che, come suggerisce il nome, interessa il bacino Mediterraneo e che, nel nostro bel paese, è ancora discretamente diffusa.
Si tratta di un’anemia emolitica, i globuli rossi, carenti di emoglobina, deboli e malformati, sono soggetti a una rapida e continua distruzione. Proprio per questo motivo per i malati le trasfusioni sono vitali, sono la loro unica speranza di sopravvivenza.
L’unico modo per contrarre la malattia è ereditarne i geni. Ciò avviene quando entrambi i genitori sono portatori del gene malato.
La Talassemia è diffusa nel nord Africa e nel sud dell’Europa, in particolar modo nel sud della Spagna e nel sud Italia. Proprio nel nostro paese la maggior diffusione è presente nelle isole maggiori, dove su un totale di 7 milioni di abitanti, 700.000 sono portatori sani.
Oggi nel centro sud Italia per prevenire la diffusione della malattia è prevista l’analisi dell’intera popolazione, ciò avviene solitamente nelle scuole medie. Nonostante l’informazione e la consapevolezza crescente della malattia, al momento in Italia ci sono circa 7.000 malati. In Sardegna i talassemici sono circa 1500, di cui 1000 sono trasfusione dipendente.
Emergenza sangue in Sardegna
Torniamo ora in Sardegna, dove la mamma coraggio continua la sua lotta quotidiana: “La necessità è quella di parlare perché il problema non è soltanto dei talassemici ma di tutti. Non è facile trovare qualcuno che ascolti il grido di aiuto che stiamo facendo e vivendo. Il grido di noi genitori impotenti. Si può migliorare questa situazione?”.
In Sardegna il 3% della popolazione è donatore, spiega Argiolas. La percentuale non sarebbe nemmeno tanto male, ma nella regione la richiesta di sangue è elevata e per coprire l’intero fabbisogno necessiteremmo del 5%. Non essendo ancora autosufficienti, quindi, la regione è costretta a importare. Normalmente il sangue proviene da regioni del nord Italia, come Lombardia, Piemonte e Veneto, che eccedono di sangue.
Tuttavia non sempre si riesce a raggiungere il fabbisogno di 110 mila sacche di sangue l’anno. Quando ciò succede molti ragazzi e bambini talassemici, la cui vita dipende dalle trasfusioni rimangono senza sangue.
50 mila sacche di sangue sono richieste dai talassemici, le altre vengono distribuite sul territorio e servono a coprire il fabbisogno di persone che subiscono trapianti d’organo, malati tumorali, anziani, vittime di un incidente, interventi chirurgi, donne con parti problematici.
Argiolas lancia infine un appello, affinché la regione diventi indipendente e raggiunga l’agognato 5% di donatori. “Si può donare nei centri di raccolta sangue, centri trasfusionali o associazioni Avis. La Sardegna è molto ben coperta da questa rete di centri di raccolta, ma ciò che manca ai sardi è la consapevolezza di questa grave carenza cronica”.
Fortunatamente la consapevolezza arriva grazie agli appelli di questa e di tante altre mamme coraggio che ci portano in un mondo dove la vita è appesa a un filo e dove l’unica via di salvezza sono gesti di completo altruismo.