Le sorelle Bronte e la biblioteca all’asta
Le sorelle Brontë sono un simbolo per generazioni di lettori e lettrici. Ma soprattutto sono state tre figure iconiche della produzione letteraria femminile mondiale; tre donne che non hanno avuto paura di inseguire i loro sogni, in un’epoca in cui creatività e successo erano considerati appannaggio dei soli autori uomini. Emily, Charlotte e Anne Brontë sono un esempio al pari di Jane Austen, Ella Hepworth Dixon o Mary Shelley. Figure coraggiose senza le quali oggi la letteratura non sarebbe quella che è.
Non c’è quindi da meravigliarsi se la vendita all’asta della loro biblioteca ha suscitato un vespaio di polemiche. Nella vasta collezione all’asta da Sotheby’s non mancano i capolavori dell’epoca, con scritti di Jane Austen e Walter Scott. Queste prime edizioni, già da sole, farebbero girare la testa a qualsiasi bibliofilo.
Il vero tesoro, però, sono gli scritti privati e i manoscritti inediti delle sorelle Brontë; una biblioteca che comprende corrispondenza privata, la primissima edizione di “Cime Tempestose” e moltissimo altro materiale mai pubblicato prima d’ora.
Le sorelle Brontë e il potere della scrittura
Che le sorelle Brontë siano un’istituzione è fuori di ogni dubbio. Poche autrici hanno lasciato un’impronta altrettanto vivida e indelebile nel panorama letterario classico. Ricordiamoci che all’epoca di Emily, Charlotte e Anne, la scrittura femminile era spesso osteggiata come qualcosa di “indecente”. La donna scriveva per levare in alto la sua voce e impadronirsi di nuovi spazi, fino ad allora esclusivamente riservati agli uomini. Di conseguenza non era raro che le scrittrici fossero spesso osteggiate e schernite dalla critica e dal pubblico.
Da qui la necessità, per le sorelle Brontë, di ricorrere a pseudonimi maschili per i loro lavori letterari. Un sacrificio che però sarà ben presto vendicato. Il successo delle storie di Charlotte, Emily e Anne è strepitoso. Cadono le maschere, gli pseudonimi si rivelano essere meri artifici. Dietro cui si celano la passione e l’abilità di tre donne coraggiose.
Delle sorelle Brontë, la più prolifica è sicuramente Charlotte. Autrice di “Jane Eyre”, romanzo di formazione e mordace critica alla società vittoriana, la maggiore delle Brontë scriverà anche altri libri. “Shirley” e “Villette” sono meno famosi del suo capolavoro ma non meno privi di arguzia; “Emma” e “The Professor” usciranno solamente dopo la morte della scrittrice.
Anne passerà invece alla storia per i romanzi “Agnes Grey” e “La signora di Windfell Hall”, che però non riusciranno a sovrastare il successo sfolgorante di “Cime Tempestose”.
Proprio quest’ultimo romanzo – della Brontë di mezzo, Emily – diventerà un testo indispensabile nella storia della letteratura vittoriana. La storia di Catherine e Heathcliff, con le sue passioni devastanti, le atmosfere tenebrose e i forti temi di vendetta e persecuzione si discosta da tutto ciò che fino a quel momento accomunava la scrittura femminile.
La biblioteca perduta all’asta di Sotheby’s
Un talento sopra le righe e un’ispirazione fortunatissima, quella delle sorelle Brontë. Che si deve proprio al loro essere donne in un periodo, l’Inghilterra vittoriana, in cui il mondo femminile era in fermento e deciso a rivendicare i suoi diritti. Ma dietro ai romanzi delle tre sorelle più famose della letteratura c’è un vero e proprio mondo intellettuale fatto di scritti privati, letture, studi.
Tutto questo materiale unico è andato all’asta a Luglio 2021. Con quotazioni spaventose, come si può immaginare. Perché nella biblioteca perduta delle sorelle Brontë ci sono capolavori inestimabili; veri e propri pezzi unici, capolavori finora inediti. Come la prima edizione di “Cime Tempestose”, con dedica del padre delle Brontë.
Ma non solo. La biblioteca di Honresfield contiene molti dei testi minori che hanno formato lo stile di Charlotte, Emily e Anne Brontë. Basti pensare al loro primo libro di poesie, quei poemetti che Emily avrebbe voluto tenere per sempre sotto chiave, nascosti al grande pubblico. E che Charlotte, la più intraprendente, la convinse invece a raccogliere in un volume autopubblicato a loro spese; quello che oggi si chiamerebbe self-publishing.
Ma è giusto che un simile tesoro possa essere venduto all’asta, sia pure a cifre stellate? E’ quanto si chiedono gli estimatori dell’opera delle Brontë, e la stessa Brontë Society. Opere di tale portata, con tutto il loro vissuto, dovrebbero piuttosto essere donate a biblioteche pubbliche, accessibili ai bibliofili e ai lettori di tutto il mondo. La voce di tre grandi donne alla portata di tutti, e non solo di un’elite; ovvero, in fondo, le stesse motivazioni che spinsero le sorelle Brontë ad abbracciare la scrittura come vocazione, ancor prima che passione.