In Germania niente Arabi, un caso che sta facendo scalpore
Da alcuni giorni in Germania sta girando sui social lo screenshot di una mail veramente vergognosa. Una mail che dimostra che razzismo e pregiudizi, nonostante questo sia un paese ormai multiculturale, siano ancora radicati e li trovi dove meno te lo aspetti. In questo caso in uno studio di architettura.
L’Ignoranza dilaga
Siamo convinti che il razzismo si covi tra le persone poco colte, quelle con un titolo di studio medio-basso, quelle che guadagnano poco e non arrivano a fine mese. Sbagliato! Lo studio universitario purtroppo non è una garanzia di intelligenza. Una laurea ci dice che una certa persona è altamente preparata in una specifica materia, niente di più. La laurea non ci mette la verità in tasca, non ci rende “tuttologi” e in questo caso specifico non ci da apertura mentale. Chiaramente non mi riferisco a tutti i laureati, sia ben chiaro.
La mail incriminata
Ma veniamo al caso specifico. Un architetto egiziano, in Germania per assolvere un master, invia il suo curriculum ad uno studio di architettura candidandosi per uno stage. La responsabile invia una mail alla sua segretaria con la frase “per favore, niente arabi”. Ovviamente la mail deve rimanere interna. La segretaria deve semplicemente inviare una disdetta con una motivazione più “corretta”, la classica frase “ci dispiace comunicarle di aver scelto un altro candidato”. E invece la famigerata mail viene girata pari pari al diretto interessato che, giustamente infuriato, decide di renderla pubblica e di condividerla sui social.
Apriti cielo! Il pubblico di Facebook & Co., tedeschi e stranieri, riesce a risalire al nome dello studio e da allora piovono mail indignate. Lo studio quindi decide di pubblicare una dichiarazione ufficiale con la quale cerca di limitare i danni. “Si tratta di un malinteso” dicono “abbiamo erroneamente pensato che il giovane si fosse candidato per un progetto in Cina, per il quale erano richiesti il master, almeno due anni di esperienza e la conoscenza della lingua cinese”. Davvero? Perché allora non scrivere nella mail “candidato non idoneo”? Il senso della frase della mail era chiaro: niente arabi.
Ci sono gli estremi per una causa e incassare una bella somma come risarcimento.
Consapevoli di ciò a cui vanno incontro, i responsabili vanno ben oltre: pur di salvare la loro immagine, ormai compromessa, decidono di scusarsi pubblicamente col diretto interessato e di invitarlo ad un colloquio. E il giovane pare abbia accettato sia le scuse che l’invito.
Un caso non isolato
Casi come questi purtroppo non sono rari. Da tempo gli stranieri denunciano palesi discriminazioni. Ci sono aziende che cestinano i curriculum subito, senza neanche leggerli, se il candidato ha un nome troppo “esotico”; padroni di casa che negli annunci scrivono di affittare solo a persone di madrelingua tedesca; appartamenti disponibili che magicamente sono già stati affittati se il candidato ha un accento straniero.
Questo è il paese che vanta tanto la meritocrazia, il paese che ha bisogno di importare medici e ingegneri dall’estero, quello che nel 2015 ha aperto generosamente le sue porte ai profughi col motto “ Ce la possiamo fare”. Cosa succede?
A mio avviso l’architetto egiziano ha fatto molto male ad accettare le scuse e l’invito al colloquio. Chi vorrebbe lavorare per un’azienda del genere?
Questi fatti devono essere denunciati, non sui social, bensì alle autorità competenti. Bisogna portare aziende del genere in tribunale. Non è accettabile che persone oneste, competenti e preparate vengano scartate solo perché sono nate all’estero e non in Germania.
Finché non ci libereremo dei pregiudizi saremo sempre schiavi di false convinzioni.