Dove c’è Amore c’è Famiglia, Intervista a un PapàperScelta
In una giornata nella quale prende il via il Congresso della Famiglia, io ho raggiunto un amico al quale ho chiesto di raccontarmi di più sulla sua di Famiglia.
Senza presunzione alcuna e senza voler imporre le mie idee o convincere qualcuno, questa mia intervista vuole solo essere una vetrina per far capire a chi legge che la realtà è molto diversa dagli slogan, e soprattutto che ciò che è diverso non significa che sia anche brutto cattivo e pericoloso.
Vi lascio quindi alla mia chiacchierata con Carlo
Carlo com’è nata la vostra storia d’amore?
In riva al mare, durante un torneo di beach-volley in Romagna.
Io lavoravo a Padova in quel periodo, in un’agenzia di comunicazione e avevo una consegna importante nei giorni successivi.
Fino all’ultimo ero indeciso se andare o meno. Il mio miglior amico è riuscito a convincermi e siamo partiti.
La formula del torneo prevedeva l’iscrizione come singolo giocatore e dopo un sorteggio si sarebbero formate le squadre.
Io e Christian siamo finiti insieme, dapprima in campo e poi nella vita. Ovviamente la consegna l’ho bucata, ma ne è valsa la pena.
Quando avete deciso di costruire un futuro insieme?
Lo stesso giorno in cui ci siamo conosciuti, tra una partita e l’altra abbiamo parlato e tanto. Lui era fidanzato da 10 anni. Una storia stanca.
Quelle in cui ti senti in dovere di restare più per abitudine che per volontà. Io venivo da dozzine di storie dapprima promettenti poi deludenti.
Quando ci siamo conosciuti per entrambi l’amore era solo un’idea e le nostre vite erano due disegni sbiaditi, che cercavano collocazione dentro una storia.
Quel sabato pomeriggio ci siamo confidati il nostro personale desiderio, che si è rivelato essere lo stesso: diventare papà.
Non è retorica, ma è come se lo stesso giorno in cui ci siamo incrociati per la prima volta, silenziosamente abbiamo iniziato a costruire il nostro futuro iniziando a guardare nella stessa direzione.
Avete 2 splendidi figli, come vi ha accolto la società?
Contro ogni nostra aspettativa, ci siamo resi conto di quanto la società, sia molto più pronta ad accettare una realtà omogenitoriale di quando vogliano farci credere.
C’è molta ignoranza, nel senso che in molti non conoscono famiglie come la nostra. Ma anche tantissima curiosità. Vogliono di saperne di più.
C’è volontà di avere ottenere quante più informazioni possibili per formulare una propria idea in merito.
La strenua difesa del tradizionalismo inteso come paura al cambiamento e alla normale evoluzione delle relazioni ha le ore contate.
Le nuove generazioni si sono stufate di abbracciare valori poco flessibili e lontane dalla realtà che vivono tutti i giorni.
Tutti i nostri figli tra qualche anno avranno un compagno di classe con due papà o mamme e un amichetto che farà Wang di cognome.
Non puoi fermare il vento del cambiamento.
Siamo in pieno congresso sulla famiglia tradizionale, ma cosa è per voi la famiglia?
Siamo dalla parte di tutti i modelli familiari possibili, dove lo sguardo volge sempre nella stessa direzione:
quello del rispetto per i propri figli.
Siamo dalla parte di chi sogna e di chi vive senza circoscrivere libertà e limitare diritti, ma soprattutto saremo sempre dalla parte di tutte quei genitori che scelgono l’amore come l’unica variabile possibile per sentirsi tali.
La famiglia è tutto ciò: rispetto e amore. Il contesto, l’ambiente, il luogo, il contenitore che scegliamo di abitare e che ogni giorno proteggiamo e curiamo.
Nessuna parola può essere spesa per descrivere un evento maschilista, misogino e omofobo che rischia di trascinarci indietro di centinaia di anni.
Sai qual è il modo migliore per contrastare manifestazioni come queste? Il sorriso dei nostri figli.
Il nostro canale Instagram è un’apoteosi di immagini e video che immortalano la loro felicità.
Pensate che la vostra famiglia sia diversa dalle altre?
Quando abbiamo deciso di aprire il blog e la pagina Facebook Papà Per Scelta volevamo trovare nelle differenze di ciascuna esperienza familiare, delle somiglianze che ci permettessero di positivizzare la nostra realtà.
Poi ho scoperto che li fuori c’è un universo eterogeneo di realtà, tutte con una storia che merita di essere ascoltata.
Una sorta di Louvre delle famiglie, dove ciascuna ha il diritto di occupare una delle stanze del museo in quanto pezzo unico e originale.
Ciascuna espressione del proprio inimitabile stile genitoriale ma tutte accomunate dalla forma d’arte più nobile: la capacità di amare i propri figli e il talento nell’averne cura.
Ed è li ho capito che è proprio nelle nostre diversità che risiede la nostra unicità.
Ogni famiglia per me è un’opera d’arte, che va preservata e tutelata e che non ha bisogno di cercare la superiorità del proprio modello partendo dalle somiglianze.
Semmai è nelle differenze stilistiche che rivela la sua peculiarità.
A tutti quelli che cercano di intrappolare il concetto di famiglia in una mera composizione di soggetti di sesso diverso o che cercano di ricondurla all’esclusività del rapporto madre-figlio, dico che di famiglia e molto probabilmente anche di arte, non c’avete proprio capito un c***o.
Quindi si, è diversa. Ma è bello così!
Cosa vi spaventa di più per il futuro dei vostri figli?
Ciò che più mi spaventa del futuro è l’incapacità e la non volontà di vedere e conoscere il mondo all’infuori del proprio salotto di casa.
I mezzi di comunicazione, tradizionali o digitali, infiocchettano storie al sapore di verità assolute in base al clima e vento politico di riferimento.
Se prima il problema erano le banche e le scie chimiche, oggi sono gli immigrati e le famiglie arcobaleno.
Quello che più mi spaventa è il tono di voce e la superficialità con cui vengono affrontate certe tematiche, liquidate in un tweet, in un claim altisonante o in un post su Facebook e che automaticamente inseriscono ciascuno di noi all’interno di una categoria con un’etichetta e una descrizione sommaria.
Questo porta ad un’atrofizzazione della coscienza critica, dove ascoltiamo chi urla più forte.
Ho paura che l’odio, la discriminazione e il razzismo influiranno ingiustificatamente nella nostra quotidianità.
Quello che faccio sempre è di invitare i diffidenti a prendere un thè caldo a casa nostra per respirare un po’ di verità.
Cosa sperate per la società del futuro?
Ci auguriamo che le persone inizino a considerare la diversità come arricchimento personale e non come minaccia da cui difendersi.
Ci auguriamo che la società inizi a promuovere la diversità come possibilità di vedere le cose da un’altra prospettiva, che se ama il prossimo tuo come te stesso, fallo anche se non è come te.
Ci auguriamo un mondo dove la libertà di scelta, oltre che un diritto inalienabile diventi un dovere per ciascuno di noi.