Cucinare per ritrovare il Sorriso
Se smettessi di sognare, smetterei anche di cucinare.
Ho sempre amato stare in cucina.
Sin da bambina osservavo mia madre ai fornelli e cercavo di capire come riuscisse a cucinare piatti così buoni e invitanti ogni giorno.
Piano piano ho imparato che come per ogni cosa che fai, anche la cucina, il cucinare vengono influenzati dal tuo stato d’animo.
Mi ci sono rifugiata durante la crisi lavorativa, quando ormai non avevo neanche più voglia di alzarmi dal letto, ho scoperto che fare una torta mi faceva bene al cuore e all’umore.
Ho riscoperto pian piano che cucinare, creare un piatto, soprattutto per la mia famiglia mi rilassa, mi ricarica e mi fa capire che ognuno di noi piò far qualcosa, non serve seguire regole precise, in cucina bisogna soprattutto seguire il cuore.
Un esame andato male è una batosta vera, specialmente quando ci investi tanto tempo che togli ai tuoi figli, a tuo marito, a te stessa.
Qualche giorno fa ho sostenuto un esame… dopo tante volte che mi sono scritta agli appelli e non mi ci sono presentata per la codardia questa volta ho deciso che avrei dovuto dare l’esame qualsiasi fosse il risultato.
Non posso continuare a far vincere l’ansia, a farmi condizionare la vita dalla paura di non farcela.
Così dopo quasi 3 mesi passati full immersion sui libri, di giorno e a volte anche la notte, ho provato a sostenere questo fatidico esame di Diritto Costituzionale, terrore di tutti i miei colleghi di corso!
CI ho provato. Mi sono seduta su quella sedia dopo tantissimo tempo. Ho sorriso al professore, ho consegnato il tesserino, mi ha fatto la prima domanda.
Ho aperto la bocca, ho provato a parlare… ma niente. Non usciva alcun suono. Le mie corde vocali erano come spente.
Mi sono sentita come in un film, quando la telecamera si fissa sul protagonista, e tutt’intorno comincia a girare in un vortice, e si sentono solo voci lontane.
Il professore mi richiama alla realtà, mi fa un’altra domanda cercando di aiutarmi. Niente. Muta.
I miei occhi iniziano a lacrimare, i pensieri iniziano a rincorrersi. Che fallimento, che delusione.
Cerco di ricompormi, il Professore mi restituisce il tesserino e mi dice: forza! ci vediamo al prossimo appello, son sicuro che ce la farà!
Lo ringrazio e vado via. Corro. Voglio solo tornare a casa. Voglio solo abbracciare i miei bambini.
Il rientro a casa, un’ora che sembra eterna.
Durante il rientro a casa non ho spiccicato parola. Mentre mio marito guidava, ho abbassato il sedile e ho chiuso gli occhi. Non volevo pensare. Non volevo realizzare che tutto quel sacrificio, tutte quelle ore passate sui libri erano andate perse per uno stupido problema di ansia.
Ero arrabbiata con me stessa e forse lo sono ancora.
Appena aperta la porta di casa il sorriso di Alex ha cambiato tutto.
In un attimo mi sono sentita rinascere. Vedere gli occhi delle mie figlie, dei quali avevo paura, sorridermi in uno sguardo quasi di incoraggiamento è stato curativo.
Ho fatto una doccia veloce, ho aspettato che Eros rientrasse da casa della nonna, e insieme ci siamo messi ai fornelli.
Vedere il suo entusiasmo per la cucina mi riempie il cuore. Mi piace fare le cose con loro, anche se purtroppo a volte siamo talmente di corsa che non possiamo goderci il momento.
Ma non l’altra sera. Abbiamo aperto il frigo e abbiamo deciso la ricetta.
Un piatto di buona pasta per ritrovare il sorriso
Eros ha notato subito gli Gnocchi di Patate del Pastaio Maffei, che da qualche settimana ha colorato le sue confezioni con i personaggi del film CattivissimoMe3, e ha deciso che dovevamo cucinarli subito.
IL Pastaio Maffei è un’azienda familiare che nasce nel 1960 dalle mani di Savino Maffei, che ha appreso l’arte dell’impastare nel forno del nonno.
Dopo l’esperienza nelle cucine delle navi dove preparava il pane e la pasta, ha deciso di tornare nella sua Barletta e di aprire il suo Pastificio artigianale.
Nel 1982 ha l’idea della pasta fresca in sottovuoto, è il primo in Italia e la novità è accolta dai consumatori con grande entusiasmo.
Ad oggi Il Pastaio vanta continua ricerca e innovazione nella scelta di materie prime di elevata qualità e dal sapore genuino.
Le ricette improvvisate sono sempre le più buone!
Trovo questa pasta altamente adatta per i bimbi, soprattutto per Alex. I Tenerotti di patate, così si chiamano in realta, sono degli gnocchi che si sciolgono letteralmente in bocca. E il fatto poi che siano “dei Minions” come dice Eros è davvero un gran vantaggio.
Per condirli in maniera un po’ diversa dal solito ho pensato di preparare una cremina speciale.
In frigo avevo una zucca e del gorgonzola con mascarpone. Ecco fatto, lampadina accesa.
Ho tagliato un quarto di zucca a cubetti e l’ho fatta appassire per circa 15 minuta con un po’ di cipolla precedentemente rosolata in olio extravergine d’oliva. Dopo che si è ben ammorbidita l’ho frullata, ci ho aggiunto circa 200 g di gorgonzola e ho mantecato il tutto.
Nel frattempo ho cotto gli gnocchi e ho unito il tutto. Una spolverata di Parmiggiano e voilà, il piatto è servito.
Naturalmente come ogni mia nuova ricetta che si rispetti…
deve essere criticata. E così via alle modifiche che avrei dovuto apportare e agli ingredienti che avrei dovuto cambiare.
Ma non importava… mi sono goduta la cena, la mia famiglia, quel senso di completezza che provo ogni volta che guardo i miei figli.
E ho pensato che anche questa batosta, seppur pesante, sarà un motivo in più per andare avanti, per non arrendermi e per essere più forte e agguerrita di prima.
Post in collaborazione con Pastaio Maffei