Cassa Integrazione in deroga, a chi spetta?
Sentiamo parlare, in questi giorni, da tutti media nazionali e locali, con non poca confusione, degli strumenti a tutela dei lavoratori interessati alla chiusura delle imprese dettata dai DPCM in virtù della pandemia del COVID19. Tra queste tiene sicuramente banco la Cassa Integrazione in Deroga.
Bene, cerchiamo di fare chiarezza.
Tralasciando la disciplina applicabile dai datori di lavoro che occupano più di 5 dipendenti, i quali accedono ai normali strumenti di cassa integrazione ordinaria oppure fondo di integrazione salariale, costantemente accessibili dal portale INPS, diamo spazio ai datori di lavoro che occupano meno di 5 dipendenti.
Generalmente tali aziende non hanno una forma di ammortizzatore sociale, se non in casi di estrema crisi di un settore principale che fa da apri porta ad una procedura straordinaria per le attività dell’indotto.
Purtroppo, l’emergenza sanitaria che stiamo attraversando, ha portato al collasso tutte le piccole aziende del turismo, dai bar ai ristoranti, così come le attività commerciali in genere non considerate indispensabili, che in media occupano meno di 5 dipendenti.
Questo ha portato lo Stato a provvedere delle misure a sostegno di tali lavoratori, demandando alle Regioni l’attivazione delle stesse. A tale proposito, la Regione Autonoma della Sardegna ha firmato l’accordo quadro per l’erogazione della cassa integrazione guadagni in deroga in data 26 marzo, prevedendo la presentazione delle domande nel portale Sardegna Lavoro, che a tutt’oggi primo aprile risulta inattivo.
Ma vediamo nello specifico di cosa si tratta:
i beneficiari sono tutti i datori di lavoro del settore privato, con riferimento alle unità operative stabilite in Sardegna, per i propri dipendenti a cui sia stata totalmente sospesa o ridotta parzialmente la prestazione lavorativa a causa dell’emergenza sanitaria da Covid19.
Le imprese tenute all’iscrizione ai fondi di solidarietà (artigiane) devono presentare domanda prima al fondo, e solo se le disponibilità terminassero si presenterà domanda di cassa integrazione in deroga.
Possono accedere tutti i lavoratori (anche intermittenti ed a chiamata), i lavoratori part time, i lavoratori a tempo determinato fino alla scadenza del contratto, con possibilità di proroga per coloro che sono stati assunti per la sostituzione di altri lavoratori che sono assenti con il mantenimento del posto di lavoro.
I lavoratori devono essere in forza al 23/02/2020. Ad essi viene riconosciuta una contribuzione figurativa. Non è fatta menzione nell’accordo della fruizione preventiva di ferie e permessi, quindi nessun esborso di liquidità immediato per le casse degli imprenditori.
La cassa integrazione può essere richiesta dal 23/02/2020 al 23/08/2020, nel limite di 9 settimane salvo proroghe future. La domanda dovrà essere presentata, previa apertura della procedura da parte della Regione Sardegna, entro 90 gg dalla cessazione o riduzione della attività, esclusivamente telematicamente mediante il portale SIL SARDEGNA. I datori di lavoro sopra i 5 dipendenti che non possono accedere ad altri ammortizzatori sociali devono, in allegato alla domanda, presentare l’accordo sindacale raggiunto solo in modalità telematica, mentre lo stesso onere non è previsto per i datori di lavoro con meno di 5 dipendenti.
E’ ammesso il pagamento diretto delle prestazioni.
Poiché la procedura non è ancora attiva, pare fantascienza considerare la possibilità di vedere accreditati nei conto correnti dei lavoratori gli importi relativi alla cassa integrazione per il mese di aprile!
Anche perché una volta lavorate le pratiche sul portale regionale sarà l’Inps a vagliarne la regolarità e procedere alle liquidazioni.
Proprio per questi motivi, si sta vagliando la proposta di poter far intervenire gli istituti di credito, in modo da mettere a disposizione dei lavoratori la somma della mensilità nel proprio conto corrente bancario sotto forma di anticipazione. Qualora la pratica dovesse risultare regolare l’Inps verserà la somma direttamente all’istituto di credito.
Potrebbe sicuramente essere una soluzione per accorciare i tempi di erogazione, anche perché i lavoratori probabilmente, non percepiranno alcuno stipendio dai propri datori di lavoro, costretti a non poter lavorare.