Carbonia e i Buoni Spesa ai tempi del Corona Virus
E non ce la facciamo neanche in periodo di crisi mondiale!
Carbonia non risponde, non si organizza, non ce la fa! Mentre la Sardegna e i comuni limitrofi si sono attivati per tempo per dare un po’ di respiro alle famiglie sarde prima di Pasqua attraverso la distribuzione di buoni spesa (vedi Guasila), Carbonia non riesce a dare risposte concrete ai cittadini che già stremati da una crisi decennale del territorio in periodo di Covid-19 hanno visto degenerare ulteriormente la loro situazione economica.
Badate bene, non voglio puntare il dito verso nessuno, perché chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Ma i cittadini vogliono risposte, chiedono chiarimenti. I post indignati su facebook ormai non si contano più, ci si chiede come siano state stabilite le graduatorie per avere accesso ai soldi raccolti dalla Protezione Civile, come si possano attribuire a delle famiglie contributi di 75 euro al mese che a mala pena sfamano per una settimana, e soprattutto ci si chiede perché i buoni distribuiti in città possano essere spesi solo presso la grande distribuzione.
È ciò che si è domandato anche il consigliere di minoranza Michele Stivaletta, che aveva proposto all’Amministrazione di estendere la spendibilità dei buoni anche alle altre piccole realtà commerciali cittadine (che però pare non fossero a loro volta disponibili!).
La proposta pare sia stata bocciata e lo si evince dall’elenco pubblicato sul sito ufficiale del comune.
Giusto per dare la mazzata finale ai piccoli commercianti!
In tempo di crisi e di emergenza come questa un’Amministrazione seria dovrebbe avere il buon gusto di dare risposte serie e rapide ai propri elettori.
Carbonia è una città stanca, alla fame, colpita da una crisi estrema e i suoi abitanti non hanno voglia di assistere a teatrini di una politica che è in perenne campagna elettorale e che non vuole vedere la realtà dei fatti.
Come riusciremo a ripartire se non si aiutano le imprese locali, se i piccoli commercianti che ancora resistono vengono totalmente abbandonati a loro stessi, se le famiglie non sanno più cosa mettere in tavola?
Chi deve farsi carico di queste situazioni se non chi chiede ai propri cittadini il mandato a governare?
Attendiamo sviluppi!