Aurora Cacciapuoti, intervista all’illustratrice Sarda
Aurora Cacciapuoti è un’artista che non ha bisogno di presentazioni!
Sarda, nata a Carbonia, capoluogo del Sulcis, laureata a Cambridge, porta alto il nome della nostra città nel mondo.
Ha pubblicato diversi libri per bambini ed è una di quelle donne che La Frack Magazine adora raccontare nelle sue interviste!
Chi è Aurora Cacciapuoti?
Sono un illustratrice e autrice sarda, di Carbonia.
Lavoro nel campo dell’editoria per l’infanzia, sia in Italia che all’estero (alcuni dei miei libri: “The little girl who was afraid of everything” pubblicato da Tate, “Let’s learn Japanese. First words for everyone” pubblicato da Chronicle Books e “Abbracciami” pubblicato da Emme Edizioni)
Collaboro anche con agenzie di pubblicità, magazine e con clienti privati.
Amo moltissimo viaggiare, per questo motivo ho vissuto in tante città diverse come Milano, Bologna ed Edimburgo dove ho studiato psicologia, psicoterapia espressiva, arte terapia e teatro.
Ho anche vissuto a Cambridge, in Inghilterra, dove ho conseguito un MA in Children’s book illustration alla Cambridge School of Art, Anglia Ruskin University.
Ho un bimbo, Alberto, di quasi 3 anni e in questo momento vivo a L’Aquila, insieme a mio marito Armando.
Quando non disegno mi piace andare a fare lunghe passeggiate con il mio cane, Yuka, leggere e sperimentare nuovi piatti (sono un appassionata di cucina Giapponese).
Come nasce la tua passione per l’arte?
Ho sempre disegnato, fin da piccola. Verso i 10 anni ho scoperto il mondo manga e la mia passione è cresciuta. Ho sperimentato il piacere di creare delle storie.
Da li non mi sono praticamente mai fermata, anche se inizialmente non pensavo di poterla trasformare nella mia professione, infatti il mio percorso di studi ha virato su tutt’altro.
Dopo il trasferimento nel Regno Unito ho capito che dovevo seguire le mie vere inclinazioni e da li è iniziato il mio percorso per diventare illustratrice.
Quanto studio c’è dietro il tuo lavoro?
Personalmente avendo un background completamente diverso, sento costantemente il bisogno di continuare a studiare, nonostante adesso lavori in questo settore da parecchi anni, anche perché mi appassiona molto.
Da circa un anno ho iniziato anche questa attività di consulenza per giovani illustratrici e illustratori e questo è un ulteriore stimolo per fare delle ricerche in campi diversi e tenermi informata.
Nasci a Carbonia, cosa ti manca e cosa no della nostra città?
Carbonia è una realtà molto chiusa, ma da adolescente ho avuto la fortuna di incontrare alle superiori degli insegnanti che si sono presi veramente cura di noi. Ho fatto la ragioneria, ma loro ci proponevano corsi di ogni tipo: teatro, pittura, speleologia, canto.
Io ho preso tutte queste opportunità e ne ho fatto tesoro, in termini di crescita sono stati fondamentali.
Anche il corso di fumetto che ho frequentato presso il centro di aggregazione sociale con Ruggero Soru e i festival di Nuvole Parlanti organizzati a Villa Sulcis, di cui noi studenti abbiamo preso parte come aiuto all’organizzazione, sono state delle belle possibilità.
Questo tipo di spinte spesso vengono da una o più persone che in un territorio depresso come il nostro prendono l’iniziativa e vogliono offrire qualcosa ai ragazzi.
A volte proprio da questi contesti nascono le iniziative più creative. In città più grandi spesso si può essere sopraffatti dalla troppa offerta e magari perdersi.
Noi avevamo solo quello e ce lo siamo goduto al 100%.
Cosa consigli alle giovani donne che vogliono intraprendere il tuo percorso lavorativo?
Consiglio di avere pazienza, insistere, non arrendersi ai no e alle critiche – in questo mestiere sono una costante – ma prenderle invece positivamente come stimolo alla crescita e al miglioramento.