Anche gli uomini possono far nascere i bambini: storie di un ostetrico
Siete mai entrati nel reparto maternità di un ospedale? Oltre alle neomamme doloranti e ai piccoli da ammirare attraverso il vetro del nido, c’è un via vai di uomini e donne in camice bianco. Solitamente la distinzione è netta: gli uomini sono i dottori, i ginecologi, mentre le donne sono le ostetriche. Così è sempre stato e sempre sarà così, o forse no? Anche quando è arrivato il mio momento in sala parto c’erano un uomo e una donna. La donna era un medico chirurgo specializzata in ginecologia. L’uomo un fantastico (e molto paziente) giovane ostetrico.
Così mia figlia è nata in un mondo rovesciato. Proprio il mondo che voglio lasciarle. Un mondo dove ognuno può scegliere il lavoro che vuole. Un mondo dove anche gli uomini possono far nascere i bambini.
Ostetrico/a: la professione
Vorrei aprire una piccola parentesi sulla professione di per sé. Si tratta del lavoro più bello del mondo. Ok, forse non per tutti sarà il lavoro più bello del mondo. Ma se ami vedere una nuova vita vedere al mondo e adori inebriarti le narici con l’odore inconfondibile dei neonati, questo è il lavoro che fa per te.
L’odore. È proprio l’odore ciò che ogni mamma ricorda dei primissimi giorni di vita del proprio bambino. Così come un neonato riconosce la propria mamma solo dall’odore, si può dire lo stesso anche della mamma.
I neonati, tutti hanno quell’inconfondibile odore di chi sta camminando per la prima volta su questo mondo. Ed è proprio quell’odore che ti investe e ti riempie le narici appena varchi la porta del nido.
Fatto sta che se si vuole intraprendere la carriera d’ostetrica/o bisogna avere una grande passione, un amore oltre ogni limite per i piccoli appena nati e una pazienza infinita verso le neomamme.
“L’ostetricia è una branca della scienza medica che si occupa dell’assistenza della donna durante la gravidanza, il parto e il puerperio”.
Fanno parte dell’ostetricia due figure professionali: il ginecologo e l’ostetrica. L’ostetric* è un infermiere che si occupa specificatamente di assistere la partoriente e il neonato.
Gli ostetrici uomini in Italia
Da una piccola ricerca online emergono, ora, queste stime: in Italia ci sono circa 22mila ostetriche, che svolgono il lavoro su tutto il territorio, ma solamente 300 uomini.
Per questi trecento uomini la vita non è stata affatto semplice. Immaginate tutto il percorso di studi con solamente colleghe donne. Immaginate di dovervi presentare a cercare lavoro. Parliamoci chiaro: quando un ostetrico si presenta in una struttura ospedaliera per cercare un impiego, dall’altra parte qualcuno storcerà il naso.
Le difficoltà non sono poche. Ho letto di diverse esperienze dove l’ostetrico in questione non era ancora riuscito a trovare lavoro a distanza di anni dalla laurea. E per questa ragione è dovuto volare all’estero. Salvo poi rientrare in Italia con una qualifica più alta e un’esperienza non indifferente.
Le difficoltà si riscontrano anche nelle cose più banali. I camici che arrivano in dotazione alla struttura ospedaliera, ad esempio, recitano tutti “ostetrica”. Il mio caro amico ostetrico, invece, ha dovuto richiederlo specificatamente con la scritta “ostetrico”.
E se provi a leggere un qualsiasi testo, anche quelli ufficiali, recitano tutti “ginecologo” e “ostetrica”!
E siamo nel 2021! Ci crediamo emancipati, inclusivi, ma ancora siamo legati a più vili stereotipi, soprattutto nel mondo del lavoro. Ci sono lavori per donne e lavori per uomini. Quando capiremo che non c’è niente di più sbagliato, allora potremmo davvero dire di vivere in un mondo migliore.
I vantaggi di essere seguita da un ostetrico
Possiamo definirci emancipate ed inclusiva quanto vogliamo, ma ammettiamolo un minimo di stupore lo avrebbe chiunque se, durante il travaglio, ti vedi arrivare un ostetrico uomo.
Ma da quali dubbi potremmo essere assalite? Forse un uomo non è in grado di capire la sofferenza di una partoriente? Già, forse no. Eppure una cosa posso dirla: un ostetrico, almeno quello che ho conosciuto io, ha un pregio inimitabile da un’ostetrica, ha una pazienza infinita.
Si sa, durante il travaglio se ne dicono di tutti i colori. Non vorremmo mai, ma il dolore ci fa sparlare e insultare chiunque capiti a tiro. Anche le ostetriche sono pazienti, ma l’ostetrico… lui sì che ha dimostrato di avere una Pazienza con la P maiuscola.
Perché sapete che cosa succede alla fine? Che tra tutte le ostetriche del reparto finisce che te la prendi con l’unico ostetrico uomo. Senza volerlo sia chiaro, ma come dicevamo si parla a sproposito in alcuni momenti.
Personalmente, a fine parto, ho chiesto scusa al mio amico ostetrico per averlo insultato durante il travaglio. Ma ho sentito un’altra ragazza dirgli che lei, invece, non era affatto pentita. D’altronde al parto non era accompagnata dal compagno e lui era l’unico uomo disponibile ad essere insultato al posto del padre del bambino.
E sì, perché la colpa se tu sei lì a soffrire come non mai in quel momento, diciamocelo chiaro, è degli uomini! E poi perché noi dobbiamo soffrire tutto questo e gli uomini no?
In realtà, poi ci accorgiamo che noi siamo molto fortunate a dover soffrire le pene del parto, perché poi, tutto il dolore, è più che ripagato.