Adozioni forzate e false morti: i bambini scomparsi nella DDR
Questo mese avevo in mente di scrivere un articolo leggero, sui luoghi da visitare assolutamente in Germania, quando per caso, su Facebook mi sono imbattuta in un post che mi ha spinto a cambiare argomento e che lascia battere molto più forte il mio cuore di mamma: i bambini scomparsi nella DDR, la ex-Germania comunista.
Il Post di Antje
Stavo controllando le novità su Facebook quando ho visto un post condiviso da una mia conoscente originaria della Turingia, uno dei nuovi stati federali tedeschi.
È il post di una donna di nome Antje che cerca disperatamente la sorella Doreen, dichiarata morta nel giugno del 1986. Perché cercare la sorella se è morta? Vi chiederete voi. Perché molto probabilmente Doreen non è morta davvero. La sua morte è stata una messa in scena per poterle dare una nuova identità e darla in adozione o venderla ad un altra famiglia.
Antje posta alcune foto, sue e della sorella, sperando che Doreen si riconosca e si metta in contatto con lei. Racconta del giorno della scomparsa. La madre porta la sorellina al nido che si trova nella stessa via dove abita la famiglia, appena due case più avanti.
Quel giorno Doreen gode di perfetta salute. In mattinata la madre riceve una telefonata, deve recarsi subito al nido perché’ è successa una tragedia: Doreen è morta, le viene detto. L’hanno trovata nella culla con la coperta sul volto, soffocata dal suo stesso vomito.
Ma quella mattina nessuno in casa ha sentito le sirene di un’ambulanza. Possibile che nessuno abbia chiamato soccorsi? Ai genitori viene negata la possibilità di vedere il corpo senza vita della bimba, non possono dirle addio. Vedranno al funerale solo una piccola bara già chiusa, stranamente troppo leggera, ricorda il padre. Antje e la sua famiglia non hanno mai creduto alla morte della piccola Doreen, ma nella Germania comunista la paura del Regime è troppo grande per cercare la verità.
Circa 10 mila i casi di bambini scomparsi
Dopo aver letto il post, mi si apre un mondo nuovo. Nonostante viva qui da circa 20 anni, non avevo mai sentito parlare di fatti del genere.
Cerco su internet per documentarmi e scopro che i casi di bambini scomparsi nella DDR sono ca. 10 mila. Era la punizione che il Regime comunista riservava ai dissidenti, a chi magari aveva anche cercato di fuggire nella Germania dell’Ovest.
Talvolta i bambini venivano dati in adozione mentre i genitori scontavano una pena in carcere, talvolta venivano dichiarati morti subito dopo la nascita o dopo un incidente automobilistico. Leggo di una donna i cui gemelli sarebbero morti subito dopo il parto.
Anche la sua vicina di letto avrebbe partorito un figlio deceduto subito dopo. Entrambe non vedono i cadaveri, vengono dati loro solo i certificati di morte e liquidate con la frase: “siete giovani, potete fare altri figli!”.
Un’altra donna, coinvolta in un incidente stradale, ha visto sua figlia per l’ultima volta ferita e stesa sull’asfalto. Anche a lei è stato negato il diritto di vedere la figlia dopo il presunto decesso.
Sulla pagina Facebook “Vermisste Kinder aus der ehem. DDR” migliaia sono le persone che cercano figli, fratelli o sorelle falsamente dichiarate morte. Alcuni hanno la fortuna di ritrovare i loro cari, ma le ricerche dopo tanti anni sono difficili.
Heidi ha riabbracciato la figlia Maria dopo 37 anni. Andreas ha ritrovato il figlio dopo 29 anni. Era stato dato in adozione mentre il padre, che aveva cercato di fuggire nella Germania dell’Ovest, stava scontando una pena in carcere.
Petizioni per avere chiarezza
I genitori i cui figli sono morti in circostanze strane chiedono ai politici che finalmente venga fatta chiarezza. Presentano tantissime petizioni affinché la politica spiani la strada a coloro che fanno ricerche, chiedono di vedere fascicoli, documenti e atti. Atti su cui è stato posto il segreto d’ufficio e che per 60 anni non possono essere visionati!
Ma fare chiarezza significherebbe anche far saltare fuori molti scheletri dall’armadio. Anche i servizi sociali della allora Germania dell’Ovest, dove sarebbero finiti molti dei bambini scomparsi, non avrebbero lavorato in maniera trasparente.
In attesa di risposte politiche, le ricerche continua anche grazie alle numerose associazioni e ai numerosi gruppi su Facebook.
E io mi auguro che questi poveri genitori, nel bene o nel male, possano scoprire la verità. E ai responsabili di queste scomparse, siano essi politici, agenti della Stasi, impiegati della Jugendamt, medici, infermieri o maestre d’asilo dico solo: VERGOGNATEVI!