Raffaella Carrà, ricordo di una leggenda
È la notizia del momento, quella che nessuno si aspettava e che è arrivata, invece, come un fulmine a ciel sereno. Raffaella Carrà è morta; la Raffa nazionale, leggenda vivente della televisione. Un simbolo, una dei personaggi che più di ogni altro hanno fatto la storia dello spettacolo, non solo italiano.
Quei personaggi che sembrano eterni, insomma. Ma che si rivelano, alla fine, semplicemente esseri umani. Come Carla Fracci, a sua volta recentemente scomparsa. E’ questa forse l’eredità più grande che la Carrà (all’anagrafe Raffaella Pelloni) si lascia alle spalle. Rispecchiando ancora una volta la sua avversione alle etichette, di qualsiasi tipo.
“Non chiamatemi regina dello spettacolo, lo trovo offensivo”, diceva ancora nelle interviste.
La Carrà se n’è andata in punta di piedi a 78 anni, discreta e dignitosa come quand’era in vita. Tra lo sconcerto dei suoi ammiratori e perfino dei colleghi del mondo dello spettacolo. Da Fiorello a Cristiano Malgioglio, da Milly Carlucci a Maria De Filippi; e poi ancora Valeria Marini, Pippo Baudo, Renato Zero, Renzo Arbore, Vladimir Luxuria e tanti, tantissimi altri, che Venerdì 9 luglio, l’hanno salutata per l’ultima volta al suo funerale.
Raffaella Carrà e il pudore della malattia
Un addio tanto più sofferto perché inaspettato. Raffaella Carrà, infatti, a pochissimi aveva confessato della lotta che, da un po’, combatteva contro la malattia.
La showgirl aveva contratto un tumore al polmoni. Lo stesso che, anni prima, le aveva portato via l’amata madre. Una malattia che presenta una forte predisposizione genetica, e che spesso ha conseguenze devastanti, soprattutto sulle donne.
Era proprio la malattia ciò che Raffaella Carrà temeva. Fra centinaia di dive terrorizzate all’idea di invecchiare, lei non aveva mai nascosto il tempo che passava. E nelle interviste affermava di non temerlo, il tempo. Il dolore invece sì, le faceva paura.
Purtroppo anche il fumo ha contribuito a peggiorare le condizioni di salute della Carrà. Ma anche nell’ora più drammatica, questa grande donna di spettacolo ha dato prova di tutto il suo contegno e del pudore che l’hanno sempre caratterizzata. Così Raffaella non ha parlato della sua malattia che ai pochi amici più stretti. E ovviamente al compagno di una vita, il suo Sergio Japino, che le è stato accanto fino all’ultimo.
Una sofferenza “privata”, quella della Carrà. Che in un periodo così drammatico e pieno di ansie, non ha voluto intristire e preoccupare chi le stava intorno. Dando prova, una volta di più, dell’altruismo, l’intelligenza e la compassione che l’hanno resa celebre.
Intramontabile, Raffaella. E non basterà quindi la morte a spegnere il ricordo del suo sorriso, della sua risata contagiosa. Non faceva segreto delle sue emozioni, la Carrà. L’immagine che di lei traspariva dalla televisione era genuina, senza filtri, nemica degli stereotipi e delle imposizioni.
La “pasionaria” che insegnava la libertà alle donne
Artista poliedrica, ballerina, showgirl, cantante, attrice. Un talento multiforme il suo. Eppure, era un altro il dono di Raffaella Carrà; quello di ispirare solidarietà piuttosto che invidia.
Lei fu una delle prime icone sexy della televisione italiana, una delle prime a rompere i tabù. Basti pensare alla “scandalosa” mise in due pezzi, con top alto e ombelico in mostra, ai tempi in cui la TV era ancora estremamente castigata. I benpensanti lo videro come un oltraggio, ma il messaggio che passò alle donne fu: amate il vostro corpo.
Non c’è dubbio che se oggi le donne possono valorizzare la propria femminilità nel mondo dello spettacolo, una parte del merito è senz’altro sua. Raffaella Carrà non era la vamp irraggiungibile, ma l’amica sbarazzina e briosa. Con le sue canzoni, la sua musica, con le sue coreografiche, con il suo caschetto biondo, insegnava alle donne la libertà. In primo luogo quella di essere sé stesse, sempre e comunque. Nel lavoro, nello spettacolo, nella vita. E perfino in camera da letto.
Maliziosa, irriverente ma mai sfrontata o volgare, la Carrà ha saputo infrangere barricate secolari e parlare di argomenti spesso considerati scabrosi. Ci ha insegnato che, forse, in tv si poteva parlare di tutto; e che la femminilità non deve mai essere negata come qualcosa di scomodo o vergognoso.
Ed è per questo che nel mondo dello spettacolo non si creò inimicizie o rancori. Non si atteggiava a superiore, parlava alle donne come una di loro. Una “pasionaria” dallo stile inimitabile, un connubio che pare quasi un ossimoro fra vivacità sfrenata ed eleganza dignitosa. Ancora oggi – come ieri, come domani – un grande esempio per tutte noi.