Michela Schirru: sono nata per comunicare
Le Donne hanno l’innata capacità di sapersi reinventare e soprattutto una tenacia che le accompagna in ogni sogno che vogliono realizzare.
Michela Schirru è sicuramente tra queste, 36 anni, sarda di Isili, un sorriso che incanta e una propensione a comunicare che mi rapisce ogni volta che la leggo!
Ha accettato di raccontarsi a La Frack Magazine:
Chi è Michela Schirru?
Non sono mai brava a descrivermi e mi sento sempre sotto pressione quando devo parlare di me: sono una ragazza, sono Sarda, ho una bellissima famiglia che mi ha dato tanto amore, sono molto sensibile ed empatica, sono allo stesso tempo un’eterna bambina che si perde nei suoi pensieri e una donna talvolta molto seria e malinconica, mi interrogo forse troppo sul mio operato, mi sento sempre in bilico fra la felicità e il senso di colpa.
Sono acquario!
Come sei diventata social media manager?
Ho sempre avuto una propensione verso tutti i lavori grazie ai quali si può comunicare e raccontare una storia, da bambina era la scrittura, scrivevo storie fantastiche e immaginavo mondi nei quali potevo perdermi, poi è stato il giornalismo, ho scritto per diverse testate locali, dopodiché, mentre stavo svolgendo diversi lavori part time cresceva la passione verso i social network che per me sono un canale per raccontarsi e per raccontare storie in modo nuovo.
Ho iniziato senza parlarne con nessuno a me vicino frequentando corsi, leggendo libri, andando ai meeting, conoscendo persone del settore e assorbendo il più possibile per riuscire a farmi una mia idea su come impostare questo lavoro, ho fatto tutto da sola perché volevo capire se era la strada giusta, più di una persona mi ha detto che avrei potuto aiutarla sui social e così passo dopo passo, e (tengo a dirlo) avendo maturato in me maggiore sicurezza ho pensato di potercela fare da sola, diventare social media manager significa lavorare come dipendente o (come nel mio caso) lavorare da freelance quindi aprire una partita iva, cercare i clienti o aspettare che arrivino, insomma è un lavoro a tutti gli effetti e tanti lo prendono come un gioco.
Cosa consigli a chi vuole intraprendere questa professione?
Consiglio di far caso alle parole: “professione”, questo come ogni altro lavoro si fa con serietà.
Consiglio anche di studiare tanto e di esplorare per farsi un’idea del settore nel quale ci si vuole specializzare.
L’essere donna ti ha creato difficoltà nel mondo del lavoro?
Assolutamente si!
Ho passato anni prima di iniziare questa professione a fare colloqui di lavoro nei quali mi chiedevano: “sei fidanzata, hai figli, vuoi figli?”, sapevo di essere un peso per la società che imposta il lavoro su metriche sbagliate, facevo diversi lavori part time e cercavo costantemente di meglio, ogni colloquio era un fallimento e ogni volta ero sempre più “vecchia” e inutile per chi mi esaminava. Ho deciso di ribaltare le cose non appena ho capito che potevo intraprendere una nuova strada, non permetterò mai più a nessuno di umiliarmi in quel modo, oggi sono io che ho in mano il mio lavoro, non ho principali, nessuno può dirmi che sono sbagliata, gli unici giudici sono i clienti che sono il fulcro di tutto il mio lavoro.
Il mondo dei social è spesso intriso di fake news. Come possiamo capire se ciò che stiamo leggendo derivi da una fonte attendibile?
Se leggo una notizia in una pagina che non conosco cerco di approfondire cercando la tessa notizia in pagine e testate che conosco meglio, il mio consiglio per tutti è essere meno superficiali e approfondire sempre una notizia cercando un riscontro.
Lasciaci con un consiglio per questo 2021
Viviamo in una società che ci vorrebbe tutti perfetti rispetto a canoni finti sia estetici sia legati alla professione.
Cerchiamo di trovare equilibrio fra persona e lavoro, viviamo davvero non facciamo passare i giorni nell’attesa di un futuro migliore, non appena si pensa di essere arrivati la vita rimette tutto in discussione.
Sono Michela Schirru, oggi faccio la social media manager ma non sono il mio lavoro, chissà cosa farò fra 10 anni, non mi spaventa perché cerco solo la felicità.