Donne da raccontare: intervista a Claudia Rabellino Becce
Dopo un periodo si pausa proviamo a ripartire con una Donna. Una Donna che solo a guardarla ti trasmette forza, positività, ottimismo!
Parliamo di Claudia Rabellino Becce, Ligure di nascita, ma Sardissima d’adozione. Mamma, moglie, Avvocata, scrittrice, sostenitrice delle Donne, insomma, una Donna a tutto tondo che ha accettato di raccontarsi a La Frack Magazine e io ne sono onorata, perché poter scrivere di una Donna così straordinaria non fa che darmi la carica per continuare a fare ciò che mi piace di più: raccontare le Donne!
Claudia, sei ormai una cagliaritana a tutti gli effetti, cosa ti ha portato a sentire Cagliari casa?
Essere “casteddaia” richiede una prova di DNA che purtroppo non posso superare. Sicuramente lo sono nel cuore. Nell’introduzione di “Cagliari al femminile” descrivo il mio rapporto con la città come un amore a prima vista, “fatto, a volte, di conflitti, incomprensioni e allontanamenti, ma con un’unica consapevolezza: questo è il posto dove, dopo ogni girovagare, tornare a casa”. È stata una sensazione immediata, viscerale e istintiva. Ho vissuto in posti diversi, in Italia e all’estero, ma Cagliari è l’unico luogo al quale sento di appartenere veramente. Credo che in parte sia merito della città che ti strega con la sua luce, la sua bellezza e la sua potente personalità.
Avvocata, autrice, moglie, madre, come cambia il tuo essere Donna in relazione al ruolo che di volta in volta ricopri?
Non cambia. Non ci sono, per me, modi diversi di essere donna. C’è un unico modo che si declina in sfumature in base al ruolo predominante in quel dato momento. La società ha sempre bisogno di definirti, di attaccarti un’etichetta, ma noi non siamo il nostro lavoro o il nostro ruolo. Il nostro essere Donna è ricchezza, sensibilità, è un valore aggiunto qualunque cosa tu faccia. Quando si parla di uguaglianza di genere bisogna stare attenti a non fraintendere. Noi siamo diverse dagli uomini e questa diversità va valorizzata perché si traduce in un patrimonio per tutta la società. L’uguaglianza deve esistere nei diritti e nelle opportunità, ma nel rispetto della diversità.
Credi nelle Donne e soprattutto, credi nell’amicizia tra Donne?
Ho dedicato “Cagliari al femminile” anche alle mie amiche, splendide compagne di viaggio. Chi mi conosce sa che ne ho molte, diversissime tra loro, tutte più brave di me in qualcosa. Da loro ho imparato e imparo moltissimo. Considero la sinergia femminile un superpotere. Il mito della rivalità tra donne è l’ennesimo stereotipo. Anche a me è capitato di incontrare qualche iena, intendiamoci: le brutte persone esistono e non è una questione di genere. Essere donna significa imparare molto presto che la vita è una corsa a ostacoli. L’unico modo che abbiamo per vincere è correrla insieme.
Parliamo dei tuoi libri, la donna al centro di ognuno di essi, Qual è il messaggio per chi legge?
C’è un momento in cui quello che hai scritto cessa di essere tuo e diventa di chi lo legge, che lo interpreta in base al suo vissuto. Ho scoperto che le persone trovano nei libri messaggi diversi in base a quelle che sono le loro esperienze e i loro bisogni in quel dato momento. Nei miei libri c’è sempre molto di me. Cagliari al femminile, per esempio, non è la tipica guida turistica, è più il racconto della città, che diventa donna attraverso i miei occhi, la mia sensibilità. In “Felici a 50 anni” io e la mia amica e coautrice Michaela K Bellisario ci siamo messe a nudo, raccontando il nostro modo di vivere questa età a trecentosessanta gradi, rivelando particolari intimi: per lei, per esempio, la perdita di sua figlia, per me il difficile percorso della maternità attraverso la fecondazione assistita. Abbiamo anche raccontato le storie di tante donne che a 50 anni si sono reinventate, sfidando i più comuni pregiudizi e stereotipi. L’idea è quella di dare delle ispirazioni che chi legge possa declinare sulla sua storia e che siano incentivo per un cambiamento positivo.
Lasciaci con un consiglio per le Donne, soprattutto per le più giovani.
Devo essere sincera, sono un po’ allergica a chi dispensa consigli. Ognuna e ognuno di noi ha il suo percorso. Io stessa sono un’anima in cammino, procedo per tentativi e sto ancora imparando. C’è un messaggio, però, che cerco di trasmettere ai miei figli, ed è: non lasciatevi definire dagli altri, difendetevi da pregiudizi e stereotipi, coltivate la vostra autostima, la vostra consapevolezza. Decidete chi volete essere e poi siate coerenti con questa visione e con i vostri valori. Tutto il resto viene da sé.