Regionali Sardegna, Conosciamo Graziella Posadino

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Graziella Posadino

La conoscenza delle aspiranti Consigliere va avanti e oggi abbiamo il piacere di conoscere più da vicino Graziella Posadino, insegnante cagliaritana.

Leggiamo quali sono le sue idee per una Sardegna migliore

CHI è GRAZIELLA POSADINO?

Graziella PosadinoG: Sono un’insegnante di materie letterarie alle scuole medie, nata a Cagliari 52 anni fa, cresciuta nel quartiere popolare di Is Mirrionis, dove vivo tuttora con i miei tre gatti.

Sono laureata in Lettere Classiche con indirizzo storico e ancora oggi penso che conoscere la storia sia necessario per comprendere il presente.
Per vent’anni ho girato piccoli e grandi centri della provincia di Cagliari, insegnando alle scuole serali e affiancando alunni con disabilità, ora sono docente nel capoluogo nella scuola media Alfieri e Conservatorio.

La mia lunga esperienza umana e professionale al fianco di ragazze, ragazzi e delle loro famiglie mi ha spinto a candidarmi per la prima volta a queste elezioni regionali nella lista Campo Progressista Sardegna a sostegno di Massimo Zedda, circoscrizione di Cagliari.

PERCHE’ HAI SCELTO DI CANDIDARTI?

G: Candidarmi è stato un atto di coraggio spinto da tante motivazioni.

La prima è portare all’attenzione della politica regionale i temi dell’istruzione e della formazione: la Sardegna ha un alto tasso di dispersione scolastica che rallenta la crescita economica della nostra regione,oltre a creare un danno incalcolabile a moltissimi e moltissime giovani, che si ritrovano a non avere un futuro e a vivere con lavori sottopagati e poco qualificati.

È fondamentale investire sulle generazioni future e questo investimento può partire solo dalla scuola pubblica, che è l’unico ente preposto a creare individui preparati e capaci di leggere la realtà che li circonda.

Otre a questo motivo, si aggiunge la mia preoccupazione per la crescente violenza nei confronti delle donne, tra cui le mie alunne.

Con il passare degli anni, ho viste le ragazze diventare sempre più remissive davanti ad atteggiamenti maschilisti da parte dei compagni, inconsapevoli della violenza che rischiava di seguire questi comportamenti.

Per questo, da due anni, grazie alla collaborazione di tante esperte e di colleghe e colleghi di altri istituti, porto avanti un progetto intitolato “365 messaggi contro la violenza”, che fa parte delle iniziative patrocinate dal Comune di Cagliari in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Ho sentito la necessità di rendere le ragazze e i ragazzi capaci di discernere tra amore e violenza, per riconoscerla, stroncarla e difendersi.

Sono convinta che da sole non si vada lontano, quindi penso che noi donne dovremmo collaborare molto di più e fare rete: non potrei fare quello che faccio, umanamente e professionalmente, senza le donne che mi circondano.

Donne

A questo proposito, una delle spinte alla mia candidatura è stata la convinzione che sia necessaria una maggiore rappresentanza di donne nella politica istituzionale.

L’introduzione della doppia preferenza nella legge elettorale sarda è un’occasione da non perdere per permettere a un numero sempre maggiore di donne di avere accesso a cariche decisionali.

Non penso che essere donne sia una garanzia di competenza e affidabilità, ma ho vissuto sulla mia pelle le discriminazioni che ancora nella nostra società escludono di fatto le donne dai luoghi di potere.

Tante donne non riescono a occuparsi di politica perché il lavoro di cura della famiglia e della casa grava ancora totalmente sulle loro spalle, perché guadagnano meno degli uomini e hanno contratti più precari, perché la maternità viene considerata un ostacolo al percorso professionale.

Le ragazze studiano di più, ottengono voti più alti e si laureano prima dei coetanei, ma pochissime di loro riescono a raggiungere ruoli apicali.

È nostro dovere chiederci perché e agire per infrangere il soffitto di cristallo che impedisce alla maggior parte delle donne di diventare manager, presidenti e direttrici.

Lo strumento della doppia preferenza è uno stimolo a metterci in gioco per rappresentare tutte le donne sarde che non hanno voce.

A COSA DARESTI PRIORITA’ NEL CASO VENISSI ELETTA?

Graziella PosadinoviolensavviolensaG: Come dicevo, i temi che vorrei subito portare all’attenzione del consiglio regionale sono l’istruzione e le pari opportunità.

Innanzitutto condivido con il candidato presidente Massimo Zedda.

L’urgenza di approvare la legge sulla scuola in Sardegna ferma in Regione dal 2006, che permetterebbe di rendere le istituzioni scolastiche più moderne e soprattutto più vicina alle esigenze delle studentesse, degli studenti e delle famiglie nei vari contesti sardi.

Si dovrebbe intervenire sulle scuole sarde anche da un punto di vista edilizio, visto che tanti edifici scolastici dovrebbero essere messi in sicurezza e adeguati alle norme vigenti.

Un altro argomento che mi sta particolarmente a cuore è la questione del lavoro femminile. Ritengo che solo quando le donne avranno raggiunto la propria autonomia economica, potranno avere anche una reale libertà.

Si deve investire sulle donne, sulla famiglia affinché le donne siano libere di lavorare, di formarsi.

Bisogna alleggerire i loro pesi, pensare a sgravi fiscali alle imprese che assumono donne e non costringono a firmare contratti con licenziamento in bianco in caso di gravidanza, ma anzi, che garantiscono la maternità e mettono le donne in condizioni di lavorare.

Il peso di un figlio non deve ricadere solo sulle spalle delle donne.

Nell’ottica di una maggiore occupazione femminile, è importante favorire la formazione delle donne soprattutto in due settori.

Il primo quello delle materie scientifiche, o Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica): sulle ragazze grava ancora lo stereotipo che non sarebbero portate per lo studio in questi settori, che aprono moltissimi sbocchi nel mondo del lavoro di oggi.

In questo, il progetto Iscola può essere utile, grazie ad alcuni progetti che portano la tecnologia dentro la scuola e che invogliano alunni ed alunne a sperimentare.

Il secondo settore da tenere in considerazione è il turismo: le competenze nell’ambito della gastronomia, dell’arte e dell’artigianato, dell’accoglienza vanno insegnate e sostenute, anche attraverso il microcredito.

Quanto viene valorizzato oggi, ad esempio, il sapere delle donne di Mogoro che creano magnifici lavori al telaio.
O quello delle donne che gestiscono piccoli musei, come quello dell’ossidiana a Pau, in grado di far vivere da sole piccoli centri, con grande esperienza ma anche grande fatica?

La Sardegna è ricca di realtà simili, che hanno bisogno di un serio sostegno economico perché abbiano una maggiore ricaduta positiva sul turismo.

Ecco partirei da qui e poi… c’è tanto da fare perché la nostra isola viva tutta un’altra storia.

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